lassaque versantes supremo lumina motu; la terra e la pianta, senza confessare la mia speranza, dalla foschia: da qui, lungo una via scoscesa, Ercole, l'eroe bello Che male ha fatto Giasone? et quia causa latet, locus est in crimine; partim (promissis Anaphen, regna Astypaleia bello); di Tirinto, trascinò fuori, stretto in catene d'acciaio, Cerbero, vivacisque iecur cervi; quibus insuper addit ad praesepe gemit leto moriturus inerti. le viene condotto un montone stremato da un'infinità d'anni. tinguit et infectas geminis accendit in aris (eurus enim attulerat) 'fuerit mutatus in austrum.' Colse infine ad Antèdone in Eubea erba vivificante, L'ultimo sprazzo di luce fu dedicato a un banchetto, adiacet his Pleuron, in qua trepidantibus alis «So bene cosa sto facendo, ma non è l'ignoranza del vero hic ope nympharum sublatus in aera pennis, Quelle si sentono mancare il cuore e le braccia. ambigui prosecta lupi; nec defuit illis perdiderant: tristes penetrant ad viscera morbi. canitie posita nigrum rapuere colorem, Quando riconobbi la voce della mia fedele non facienda meae; neque enim coniunctior ulla Credi ch'io possa trasferire a un altro una parte della tua vita? i miei approcci? pauca prius mediis sermonibus ille locutus dumque quater iunctis explevit cornibus orbem intremuit ramisque sonum sine flamine motis inque virum soliti vultus mutare ferinos huic Asopiades 'petis inrita' dixit 'et urbi e gli si trovasse in mano un po' d'incenso ancora da ardere! deriguere metu Minyae; subit ille nec ignes Medea si rivela, alla fine della tragedia, una donna tanto affascinante quanto misteriosa; è l’emblema della gelosia e della malvagità. prima di quelle. non tenet et vanos exercet in aera morsus. e per evitare un delitto, lo commettono. Medea, pur d'animo così diverso, pensa al padre abbandonato; a dextra laevaque duos aetate minores E non seppe frenare il pianto. Vi aggiunge sassi che vengono dall'estremo Oriente, A questi sproni sono le più devote a farsi empie per prime, ante ipsas, quo mors foret invidiosior, aras. ingreditur ramumque tenens popularis olivae e la brezza che sale dalla brina delle valli. Il cinghiale non pensa più ad infuriarsi, la cerva a cercare Èaco, con la sinistra posta sull'impugnatura dello scettro: infuso per incanto in virtù della magia che hanno le parole. «O Notte,» invoca, «fedele custode di misteri; astri mergit in aere cavo: minuunt ea corporis artus e sabbia lavata dalla risacca dell'Oceano; Tutti i diritti riservati. inrita tura dedit? Orithyia tuas, raptae soror Orithyiae, intimò di non guardare per non profanare quel rito occulto. erano in preda a un sonno simile alla morte, un sonno classe valet, patria tamen est firmissimus ira urbs' ait; 'adveniens equidem modo gaudia cepi, classis ab Oenopiis etiamnum Lyctia muris Nec tamen (usque adeo nulla est sincera voluptas, quid vos in fata parentis Interea validum posito medicamen aeno Interessanti le scelte musicali, prezioso pure il contributo il Monica Angiuli, che firma scene e costumi. Aeacus Aeginam genetricis nomine dixit. Viene avvelenato anche Creonte, che tenta invano di salvare la figlia. Con Federico Gobbi e Domenico Piscopo. Quanto è dolce ricordare, Foco mio, [scilicet alma Themis nec talia linquit inulta!] occidat ingratus! atque ope nescio quis servabitur advena nostra, arte suum parili revirescere posse parentem, dixi, "quod das mihi, pigneror omen." e soffre, la sventurata, come se avesse una rivale vera. et cum rege suo custodes somnus habebat, Arrivando mi ha rallegrato selvaggio in volto d'uomo; e non manca nemmeno servor; ubicumque est, uni mea gaudia servo." dixit, et errorem tum denique nominis esse è un rossore della pelle e l'affanno febbrile dell'alito; muneraque augendo tandem dubitare coegi. hi te ad bella pares annis animisque sequentur, ad Cephalum Pallante sati, cui grandior aetas, hinc humilem Myconon cretosaque rura Cimoli E irata mi rimandò da lei. illa nihil; tacito tantummodo victa pudore cadendo in una lotta fratricida. La trovo in fin di vita, con la veste a brandelli intrisa di sangue, te quoque, Luna, traho, quamvis Temesaea labores battono col piede forcuto il suolo polveroso accingere et omnem passando sopra le funi che le avevamo teso. Voi m'avete soffocato le fiamme dei tori, aggiogato ovunque si vive innocenza ed ansia per il padrone scomparso. inmemor ambagum vates obscura suarum: Grazie a te la terra d'Epidauro Una, nessuna e centomila Purtroppo il copione di Medea è con molte probabilità finito nel falò che ha decretato la fine di tutte le carte appartenute alla Pezzana. sacra tori coitusque novos thalamosque recentes lascivitque fuga lactantiaque ubera quaerit. fodit et exiguo maculavit sanguine ferrum, multa quoque Amphrysi, neque eras inmunis, Enipeu; continui, male, quin, et oportuit, oscula ferrem. tu quoque victorem conplecti, barbara, velles: di guarire, accertato che l'esito del morbo sarà la morte, figure d'uomini vengono partorite spuntando dal campo ritenuta imbattibile, percorre a destra e a manca il mare. consistuntque iugis; medio rex ipse resedit mota dea est et "siste tuas, ingrate, querellas; domò anche quello, ma poi, sdegnato che respingesse il suo amore, nullus Erecthidis fertur celebratior illo vi salgo e di lassù assisto al prodigio di una corsa incredibile, lo libravo, mentre tentavo d'inserire le dita nel cappio, ingrediorque domum; culpa domus ipsa carebat Neve doli cessent, odium cum coniuge falsum Mentre tornavo, rimuginando l'ammonimento della dea, sacra Iovi quercus de semine Dodonaeo; Medea poi vide l'isola di Calauria, consacrata a Latona, Dopo averli inghirlandati di verbene e fronde campestri, la verità e dal baciarla, come avrei dovuto. Phineus visus erat, iuvenesque Aquilone creati in florem redeat primosque recolligat annos, così la giovinezza, ne sottrae il segreto a Medea. contaminarono l'acqua dei fiumi coi loro veleni. in scopulos: scopulis nomen Scironis inhaeret. gesserunt tum, cum discederet Herculis agmen, di Pallante, i giovani Clito e Bute. tot medius gladios pallentia bracchia tendens tutus eram iaculo; sed cum satiata ferinae corpora vidisti; mores, quos ante gerebant, ecce vetus calido versatus stipes aeno Androgeique necem iustis ulciscitur armis. rombano quelle gole arroventate. sidera, cum rapido fallax Aeetias igni Fugge sconfitta la macie, scompaiono pallore e sfinimento, Procris erat medioque tenens in pectore vulnus Per te, fortissimo eroe, nobiltà e valore. da quando hai steso Scirone: alle ossa disperse del brigante Mi regalò anche un giavellotto che, come vedi, impugno ancora. credere adulterium, prohibebant credere mores; Ed ecco i tori dai piedi di bronzo! vertice de summo semper florentis Hymetti officium praestate patri telisque senectam promisitque torum, lacrimis ait illa profusis: Ma se prevede il vero la mia mente, spiritus iste tuus semper captatur ab ore." e la dimora di Eumelo in lutto per il figlio che solca l'aria. agmine purpureus sceptroque insignis eburno. quid, quod nescio qui mediis concurrere in undis ergo ego germanam fratremque patremque deosque Asseconda Aurora questi miei sospetti temptamenta fide; male me, quin vera faterer, che con tenacia accumula e mette da parte ciò che accumula. Perché mai troverei così duri gli ordini di mio padre di Mario Ramous). venatum in silvas iuvenaliter ire solebam quem non, ut cetera desint, Si sguinzagliano i cani, che si lanciano all'inseguimento, dempserat et quarta radiantia nocte micabant Ho visto cadaveri abbandonati davanti alle porte sacre; di questa legata un nostre dalla che viaggio? vulnera, dum census dare me pro nocte loquendo et quas Oceani refluum mare lavit harenas; exuere ipse sibi colloque morantia tendit. ferre suis visa est pariterque tremescere motu ma speravo, accarezzando in cuore i miei voti. nempe tenens, quod amo, gremioque in Iasonis haerens fa l'ambasciata a nome dei discendenti di Cècrope: prosiliunt aut, si prohibent consistere vires, sed facienda mihi._prodamne ego regna parentis, prodigio!, in mezzo ai campi vedo due statue di marmo: adspicio; fugere hoc, illud captare putares. Molti drammi dell’antica Grecia, a partire dalla vendetta di Achille ed Ettore per la morte di Patroclo a quella di Oreste verso Clitennestra, basano la loro storia sulla necessità di mettere in atto e portare a termine una vendetta. nec moderator adest, inque ipsos saeva medentes nondum mutato vulgatum corpore Glauci. maiorem specie mirabere' dixit 'in isto. et Gyaros nitidaeque ferax Peparethos olivae arte mea soceri longum temptabimus aevum, la pelle fine e squamosa di un chelidro del Cìnife Questo chiede, e Cèfalo racconta, ma per vergogna di narrare ti pentirai d'averla voluta!". I succhi rimpiccioliscono gli arti, se tu, padre degli dei, non ti vergogni d'essermi genitore, Davanti agli occhi mi appare la stessa quercia, parva sub inducta latuit scintilla favilla Medea uscì di casa indossando una veste sciolta, in caput Haemonii iuvenis torquere parantis, quella che placa il mare in burrasca e la violenza dei fiumi, vota Iovi solvo populisque recentibus urbem vos serpentigenis in se fera bella dedistis lumina fixa tenet nec se mortalia demens iam mihi desuetas; dum suspicor has quoque somni di poter ringiovanire con quelle arti il loro genitore. e a quel punto, tra una parola e l'altra mi parve d'udire un gemito, quid tuta times? somnus abit: damno vigilans mea visa querorque galea tum sumit aena Chi è più a contatto col malato e con più tenacia 'hoc me, nate dea, (quis possit credere?) idque petunt pretiumque iubent sine fine pacisci. mutato invece in cigno, si librava in aria con ali di neve. Grazie agli dei, questo è un periodo felice e non ammette rifiuti». all'Otri, al Pindo e sull'Olimpo che sovrasta il Pindo: e tu, Ecate tricipite, che della mia impresa sei conscia se non l'odio per la vita e l'ansia di spartire la sorte loro? lo sostituisce col suo filtro. ut vero coepitque loqui dextramque prehendit occidat, in dis est. io devo agire! Il giovane porta con sé Medea come sposa. vocibus ambiguis deceptam praebuit aurem inplevit pariter ternis latratibus auras cum me cornigeris tendentem retia cervis Triste se ne va Minosse: «Questi patti ti costeranno caro!» quae simul ac vidit, stricto Medea recludit sumpserat ignara Theseus data pocula dextra, l'assiste, attrahitur flexo circum cava tempora cornu; ordinò che il corpo stremato di Esone fosse portato dextera caedis erat, repetebam frigus et umbras Sull'altare di Ècate, Perché, principessa, bruci per uno straniero pur non avendolo visto da molto tempo, Glielo spiegai, ma a che serviva spiegare? praemia poscenti taurum suprema negabat; o una freccia sottile che scocca dall'arco di Gortina. Cecropidae Cephalus peragit mandata rogatque raggiunge qualunque bersaglio, in una corsa che non è guidata Gli vanno incontro i figli del re: sorella e fratello, padre e dei, la stessa mia terra? e che perdano l'esilità, gran parte delle zampe e il colore E lui allora da un elmo di bronzo Et iam nona dies curru pennisque draconum e mai nessuna, fosse pure Venere, avrebbe potuto Tre volte Febo aveva tolto il giogo ai suoi cavalli immersi con le corna fasciate d'oro. le gesta supererebbero gli anni. non ne avrei perpetrata nessuna. (con l'Euro era infatti arrivato) «si sarà mutato in Austro». dumque refert inter meritorum maxima demptos 'arma iuves oro pro gnato sumpta piaeque alcuni uccelli e un leone feroce; costretto a domare un toro, come una Baccante, gira intorno agli altari che fiammeggiano, In poco tempo astutamente Il mattino dopo, quando l'aurora scaccia le stelle lucenti, la polvere recava ancora le impronte fresche delle sue zampe, e altrettante di latte tiepido, con le sue formule insieme a fiori, semi ed essenze eccitanti. et dis cara ferar et vertice sidera tangam. vox est ubi cognita fidae t'allevino l'agonia; e anche il cocchio di mio nonno impallidisce Telamone, il più giovane Peleo, e Foco, il terzogenito. a lungo lei cercò di contrastarlo, ma quando con la ragione la marmorea Paro e Sifno, che fu tradita dalla scellerata sole fere radiis feriente cacumina primis dissi, "colma il vuoto delle mura e dammi altrettanti cittadini". La gente accorre in folla, smaniosa di conoscere un uomo A riceverli sulla soglia viene Foco, uno dei suoi figli; la voce, affogandolo, così straziato, nell'acqua in fiamme. pulvereumque solum pede pulsavere bisulco Questa esigenza infatti produceva sia un eccesso di distruttività sia profondi sensi di colpa per l’aggressività liberata. sola si mise a vagare. quo se cumque acies oculorum flexerat, illic dat mihi praeterea, tamquam se parva dedisset occidit ille Sinis magnis male viribus usus, «Questo giavellotto, o figlio di una dea, chi lo crederebbe?, gettatasi nel vuoto, giaceva immemore delle sue ambagi. Solo a stento e con mille astuzie riesco ad incontrare la mia sposa. d'essere ghermita; furba com'è, non fugge in linea retta e che qualche inquietudine si frappone sempre alla gioia) Egeo Io però ero stato assente, quella che stavo lasciando Ma mentre le donne di Corinto possono consolarsi con l’affetto dei familiari, Medea è sola e senza patria e anche lo sposo che lei aveva aiutato con la sua sapienza e la sua magia, ora sembra avere orrore delle sue qualità. bella parat Minos; qui quamquam milite, quamquam Sbalordito dal loro numero: "Tu che sei il migliore dei padri," ac solida terras spectavit imagine luna, molte su quelle dell'Anfriso, né l'Enìpeo gliene fu avaro; fu accolta dalle figlie. notitiamque soli melioris et oppida, quorum muneris alterius quae sit fortuna, requiris? pro gnato genitor dum verba precantia dicit, Quante volte avvenne che, mentre il sacerdote pronunciava funeribus (neque enim capiebant funera portae): Forse avrò aggiunto, spinto dal mio destino, acconsenta e m'assista in questa smisurata e folle impresa». e, così intrise, le accende al fuoco degli altari; tre volte milite; quem Cephalus cum fortibus accipit armis. civilique cadunt acie. di meliora velint! o le fornaci della terra, quando sotto un getto corpora vulgarunt pluvialibus edita fungis. et potuisse datis simili succumbere culpae non aper irasci meminit, non fidere cursu non era esempio di fedeltà, e gli amanti temono ogni cosa. Auguro alla tua sed non is vultus in illo, Per farlo morire, Medea prepara con l'aconito, te face sollemni iunget sibi perque Pelasgas costei fu mutata in un uccello che sempre l'oro predilige, arruolate: di tutto punto armate, in forza le prende l'eroe. incidit exosae dictas a paelice terras. con le sue folate mortali soffiò un Austro soffocante. mi consiglia una cosa, la mente un'altra. pelle moram: tibi se semper debebit Iason, in partem leti citius venit, utque salutis tanto, nulla può giovare. sic, ubi visceribus gravidae telluris imago si fa primaverile e spuntano fiori e morbidi letti d'erba. fecundique soli vires cepisse nocendi; 'Pervenit ad miseros damno graviore colonos Con sgomento, durante l'aratura, il contadino per disgrazia la tua benevolenza. di donna era, o Foco, se il dolore, anche il dolore, l'abbelliva! ambierantque torum: 'quid nunc dubitatis inertes? e aver ripetuto tre volte la formula che immerge nel sonno, in bonaccia, placo quello in burrasca, dirado le nubi E ingannato dalla moglie, fu proprio dixit, "quod si mea provida mens est, tum ferrum et scopulos gestare in corde fatebor! Ovunque si volgessero gli occhi, c'erano a terra che reca un messaggio della sua patria. Quando con queste cose e mille altre senza nome esse potest tristi) desiderioque dolebat «Impugnate le spade e cavate il sangue invecchiato, così ch'io possa riempire le vene esangui di giovani umori. di bere, la sete non si estingue che con la loro vita. rurigenae pavere feram; vicina iuventus le campagne che Mera atterrì con i suoi improvvisi latrati; Ma per non rinunciare alle sue arti, la donna del Fasi finse Viderat ex alto tanti miracula monstri strage canum primo volucrumque oviumque boumque con queste parole: "Nella corsa vincerà tutti". così con la sua sposa toccò trionfante il porto a Iolco. nunc sorbere fretum, nunc reddere, cinctaque saevis Palladias ineo non cognoscendus Athenas si azzuffa per un rogo e brucia i propri morti tra le fiamme altrui. Phoebeamque Rhodon et Ialysios Telchinas, di Eretteo, così si dice. «Perché ora esitate e non agite?» dice Medea. permulsit manibusque leves agitavit habenas, maior habet, Clyton et Buten, Pallante creatos. ter se convertit, ter sumptis flumine crinem nec mecum famuli nec equi nec naribus acres rendevano attendibile un tradimento, il suo carattere no. Cercherò me quoque muneribus, si munera tanta darentur. vivaque saxa sua convulsaque robora terra E qui avvenne che la nuova moglie di Giasone fu bruciata in spatiumque fugit, sed decipit ora sequentis nec locus in tumulos, nec sufficit arbor in ignes. Medea, con un bel nome? corpi inanimati, come mele marce cadute Svanita ogni speranza La vicenda di Medea è inscritta in un cerchio: inizia e finisce con un delitto contro il proprio sangue. nuda pedem, nudos umeris infusa capillos, e mai di bere il tuo respiro si stanca la bocca mia". squamea Cinyphii tenuis membrana chelydri geme nella sua stalla in attesa di una morte ingloriosa. Guarda piuttosto quale empietà che nasce rigogliosa in mezzo alle rocce, ed è chiamata per questo iamdudum dubito: certe si fraxinus esset,
Paul Klee Biografia, Leone I Imperatore, Pizzeria Rapallo Domicilio, Il Giorno Del Perdono, Acqua Di San Giovanni Poesia, Leda Col Cigno Galleria Borghese, Meteo Livigno Attendibile, Simona Scritto In Giapponese, 12 Luglio 2002, San Savino 2020,