Le immagini trasmesse dalla Sacra Scrittura per dire la vita eterna (il banchetto, le nozze, la città illuminata dall’Agnello…) vanno continuamente riprese e interpretate (non “concettualizzate”). Essa ha preso corpo in un momento particolare, all’interno della lunga storia di un piccolo popolo, ma si rivolge a tutti, al di là di ogni appartenenza, offrendo motivi per credere che se è vero che nel mezzo della vita facciamo sempre esperienza della morte, è ancor più vero che nella morte e oltre la morte ci è donata una vita «eterna». Se si desiderano godimenti, là vi sarà il sommo e perfetto godimento, perché avrà come oggetto Dio che è il sommo bene [...]. Tra IV e V secolo, autori come Teodoreto di Ciro e Giovanni Crisostomo svilupparono l’idea di una distinzione tra la visione della «gloria» e la visione dell’«essenza» di Dio: solo la prima è accessibile all’uomo, mentre la seconda rimane incomprensibile. § Ciò che avverrà, allora, è quello che la Scrittura chiama “i cieli nuovi e la terra nuova” (Ap 21,1). E non è forse per questo che ogni intervento di Dio nella storia necessita, una volta riconosciuto e confessato, di una celebrazione, nella quale la musica, il canto, la poesia, la preghiera, la danza… sono i linguaggi che l’uomo utilizza per rispondere a Dio, per lodarlo. Ma cos’è questo “io”? Due mondi, dunque: ciascuno straniero e nemico all’altro, o, piuttosto, ‘questo mondo’, il mondo della materia, ancora avversario e ostacolo al pieno realizzarsi dell’altro che è tuttavia l’unico veramente dotato di realtà. Gv 5,24: «In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita») e, insieme, l’osservanza del comandamento dell’amore (cf. Lo gnosticismo cristiano fu un importante movimento del cristianesimo antico, sviluppatosi soprattutto ad Alessandria d'Egitto nel II-III secolo; fu una dottrina originale, diversa dalle elaborazioni teologiche prevalenti nelle altre principali sedi del cristianesimo antico: Roma, Antiochia e Costantinopoli. Per Gesù, essa è l’eredità («nel tempo che verrà») di quanti avranno lasciato «case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi» per il suo nome (cf. – La riflessione sulla vita eterna come “visione di Dio” è stata approfondita dalla teologia dell’Oriente cristiano soprattutto in reazione agli scritti di Eunomio (330 ca. Sui fini ultimi, se noi tacciamo, nessuno potrà dire al posto nostro ciò che abbiamo da dire. Tale compimento, a cui l’uomo non giunge da se stesso ma in quanto abilitato dalla grazia, lo pone in un rapporto immediato con Dio, oggetto ma anche mezzo («forma») della visione[19]. Is 7,9b) – la fede di Abramo – è fondata su una promessa e, come tale, è rivolta al futuro. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. - perché essa afferma allo stesso tempo che, nella morte, sopravvive qualcosa della persona. La vita eterna è il dono del Figlio unigenito, inviato dal Padre. 3. Siamo certi che al momento della resurrezione noi resusciteremo nel nostro corpo e non nel corpo di un altro: ognuno potrà riconoscere gli altri ed essere riconosciuto da loro, come ci riconosciamo in questa vita. Occorre sottolineare che la Chiesa, quando ha proclamato molte persone “beati” o “santi”, non ha mai voluto dire niente di chi fosse dannato. Caratteristiche. propriamente detto è quello che costituì per la Chiesa cristiana il massimo pericolo durante i primi secoli, e che il Nuovo Testamento e le fonti più antiche ci mostrano in Palestina e Asia Minore, con il gruppo di coloro che taluni storici hanno chiamato «gnostici della leggenda»: Simone il mago samaritano, su cui Giustino racconta episodi che hanno carattere leggendario, Cerinto, Elxai, ecc., quindi, sotto Adriano, Satornilo, in Antiochia. Come dice l’apostolo Paolo, i morti vivono nel Cristo. ); dalla rottura del pleroma, per un atto di ribellione o di orgoglio di un eone, si inizia la discesa dell’eone ribelle verso le tenebre, la materia, sempre presupposta: di qui l’origine del vario mondo materiale, in cui vengono a trovarsi mescolate particelle di luce che devono poi essere liberate attraverso una serie di processi di purificazione e di redenzione, che sono resi possibili dall’intervento di un altro eone salvatore (Cristo). gnosticismo Complesso di dottrine e di movimenti spirituali, sviluppatosi in età ellenistico-romana e fiorito a fianco del cristianesimo antico. Sal 88,11). La ripresa operata da Gregorio Palamas (1296-1359) della distinzione tra «essenza» (inaccessibile) ed «energie divine increate» (che agiscono, come la luce del Tabor, “divinizzando” la creatura umana) indicò un percorso seguito volentieri dalla tradizione orientale ma accolto con perplessità dall’Occidente latino, dove si preferì ribadire la dottrina della grazia “creata” e la differenza fra «visione» e «comprensione» di Dio: la prima possibile grazie a un dono (il lumen gloriae) che permette all’intelligenza umana di partecipare, rimanendo nella sua finitezza, alla vita di Dio; la seconda inaccessibile anche nella gloria all’intelletto umano finito. Da loro, continua dicendo Sant’Ireneo, derivano i valentiniani che sono quelli che lui combatte direttamente. È una realtà data ora e, allo stesso tempo, “promessa” (cf. per dannarsi in eterno. Se si desiderano onori, là si avranno tutti [...]. Quando Cristo dice che coloro i quali parteciperanno alla futura risurrezione “non prenderanno moglie né marito” (Mc 12,25), le sue parole – come già prima fu osservato – affermano non soltanto la fine della storia terrena, legata al matrimonio e alla procreazione, ma sembrano anche svelare il nuovo significato del corpo. Les "Képhalaia gnostica" d'Evagre le Pontique et l'histoire de l'origénisme chez les grecs et chez les syriens, Les 'Képhalaia gnostica' d'Évagre le Pontique et l'origénisme chez les Grecs et chez les Syriens, Les "Képhalaia gnostica" d'Evagre le Pontique et l'histoire de l'origénisme chez les Grecs et chez les Syriens, Les K̈ephalaiag̈nosticad̈'Evagre le Pontique et l'histoire de l'Origénisme chez les Grecs et chez les Syriens, Les "Kephalaia gnostica" d'%Evagre le Pontique et l'histoire de l'origénisme chez les Grecs et chez les Syriens, Les Kephalaia Gnostica D'Evagre le Pontique, Les "Képhalaia gnostica" d'Evagre le Pontique : et l'histoire de l'origénisme chez les Grecs et chez les Syriens, par Antoine Guillaumont, Les Képhalaia gnostica d'Evagre le Pontique et l'histoire de l'origénisme chez les Grecs et chez le Syriens, Les 'Képhalaia gnostica' d'Évagre le Pontique et l'histoire de l'0rigénisme chez les grecs et chez les syriens, Les "képhalaia gnostica" d'Évagre le Pontique et l'histoire de l'origénisme chez les Grecs et chez les Syriens, Les ʹKéphalaia gnosticaʹ dʹÉvagre le Pontique, et l'histoire de l'origénisme chez les Grecs et les Syriens, Les "Képhalaia gnostica" d'Evagre le Pontique, et l'histoire de l'Origénisme chez les Grecs et chez le Syriens, Les 'Képhalaia gnostica' d'Évagre le Pontique et l'histoire de l'origénisme chez les Grecs et chez les Syriens, Les "Képhalaia gnostica" d'Évagre le Pontique et l'histoire de l'origénisme chez les Grecs et chez les Syriens. Da qui dunque la natura sia maschile che femminile di Dio (Dio inteso come Madre e come Padre assieme). Nell’intervallo tra la morte e la resurrezione, non andrò ad abitare altri corpi. Troviamo in questa scena prefigurato il futuro del mondo, il mondo come Dio lo vede e lo vuole, il mondo che adempie la sua vocazione alla bellezza: se la creazione è stata opera artistica, di bellezza, se la sapienza creatrice era presente come fanciullo alla creazione e danzava davanti a Dio, ebbene questa gioia, questa bellezza, questa festa, questa danza sono la destinazione del mondo. La vita eterna è il destino / il fine (télos) e il dono (chárisma) concesso a quanti, tramite la fede e il battesimo, per l’azione dello Spirito (principio datore di vita), sono resi partecipi della morte e della vita di Cristo crocifisso e risorto (cf. Il cattolicesimo ha recepito questi stimoli con il concilio Vaticano II, esplicitando nei nn. – Un esempio efficace del modo in cui la vita eterna era intesa nell’ambito della riflessione latina medievale si può trovare in un testo che deriva da una serie di prediche nelle quali, durante la quaresima del 1273, Tommaso d’Aquino (1224-1274) ha commentato il Simbolo apostolico. E quanto vorremo avere, lo avremo con la vita eterna [...]. Spesso pensiamo che il nostro “sì” stia dietro di noi: per esempio, che si sia già realizzato quando abbiamo impegnato la nostra vita nel matrimonio, nella vita religiosa, ecc. Varia è inoltre, nei singoli sistemi e scuole, la prassi religiosa: essa comporta generalmente una simbologia complicata, sacramenti e riti, soprattutto d’iniziazione e purificazione, con riunioni liturgiche, canto di inni, feste, ecc., e, nelle forme più popolari di gn., anche vere e proprie azioni magiche. L’interpretazione cristiana delle Sacre Scritture del popolo ebraico coglie volentieri una dinamica progressiva nel modo in cui la speranza d’Israele passa da una rappresentazione del futuro promesso da Dio come legato alla terra, a una coscienza più marcatamente “escatologica” di tale futuro, orientato al compimento che è il Cristo. Essa è “nostra sorella morte corporale” (San Francesco d’Assisi) Il luogo in cui avviene il passaggio «dalla morte alla vita» è l’ascolto della parola di Gesù (cf. – Nella storia delle religioni, il complesso di dottrine e di movimenti spirituali sviluppatosi in età ellenistico-romana, coevo al cristianesimo antico e talora in stretto contatto con questo, che considera la salvezza... gnòstico agg. Sei in: Significato della sigla EB; Significato della sigla EB. E’ un giudizio nel quale la dimensione corporale non interviene e che si chiama il giudizio particolare (”particolare” nel senso di “individuale”). L'immaginazione gnostica. Con i profeti, Ezechiele prima e poi Isaia, questo luogo arriva a simbolizzare il tempo della speranza escatologica, cioè la restaurazione del popolo: attesa di cui l’apocalittica intertestamentaria accentuerà il carattere proprio degli “ultimi tempi”. – Lo sguardo rivolto al futuro accompagna l’utilizzo, non frequente, della nostra espressione nei Sinottici. Perché lo splendore di Dio vivifica! L'essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo ed il terzo eone: il maschio Caen (greco per Potere) e la femmina Akhana (Verità, Amore). We haven't found any reviews in the usual places. E quanto vorremo avere, lo avremo con la vita eterna [...]. Inoltre, i fini ultimi sono uno dei campi nei quali, come cristiani, abbiamo le cose più originali da dire. La dottrina gnostica di matrice alessandrina ebbe quindi un ulteriore sviluppo con Origene, discepolo di Clemente e suo successore nella cattedra al Didaskaléion, noto anche per le travagliate vicende biografiche, che lo videro addirittura scomunicato, allontanato dal sacerdozio e dalla stessa diocesi di Alessandria e tacciato di eresia. Tommaso va segnalato anche per i testi nei quali, in una prospettiva che si collega a quella giovannea, egli raccorda il presente dell’esistenza umana nella fede e nella grazia con la sua condizione futura nella gloria. Da uno sguardo che non si rassegna e non si limita a constatare il nulla che sta dietro e di fronte agli attimi che ci sono da vivere, ma ardisce volgersi al di là del tempo che consuma. Enzo Bianchi, http://www.credereoggi.it/upload/2009/articolo173_19.asp, LA «VITA ETERNA» NELLA TESTIMONIANZA BIBLICA E NELLA TRADIZIONE CRISTIANA. Affermiamo, naturalmente, il fatto “attendo la resurrezione dei morti e la vita del modo che verrà; ritornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti”…Ma non parliamo abbastanza del come. “Presente” e “futuro” s’intrecciano, tanto nella nozione di vita eterna, tanto in quella di «regno di Dio». Nella vita eterna ogni beato troverà l’appagamento di quanto ha desiderato e sperato. Dalle opere scoperte nei papiri ritrovati nel 1945 a Nag Hammadi (alto Egitto), circa una quarantina, si ricava la stessa impressione: ogni opera contiene il proprio orientamento dottrinale senza avere nulla in comune con le altre. La speranza nell’adempimento delle promesse di Dio può essere espressa con immagini diverse e con linguaggi non sempre facilmente sovrapponibili. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 26 lug 2020 alle 16:36. Vi sono fedeli dell’Opus Dei che vivono il celibato? Abbiamo un esempio di questo giudizio nel vangelo: si tratta del “buon ladrone” al quale Gesù dice: “oggi, tu sarai con me in paradiso” (Lc 22,43). Mt 19,29; Mc 10,30; Lc 18,30); è la condizione a cui avranno accesso «i giusti», coloro che si sono messi a servizio «di uno dei fratelli più piccoli» (Mt 25,46). Il cristiano sa che è fatto per le cose più grandi…La vita cristiana è una vita nascosta. Nella risurrezione il corpo tornerà alla perfetta unità ed armonia con lo spirito: l’uomo non sperimenterà più l’opposizione tra ciò che in lui è spirituale e ciò che è corporeo. In questo quadro, perdono significato le obiezioni di quanti ritengono che l’idea di vita eterna sia sinonimo di staticità e, in definitiva, di noia. Poche, infatti, sono le fonti originali e dirette note o studiate, consistenti in frammenti di testi gnostici riferiti da autori cristiani, specie s. Clemente di Alessandria, e in un piccolo gruppo di testi completi, quali la lettera di Tolomeo A Flora, anch’essa riferita da s. Clemente, e le Odi di Salomone (siriache), la cosiddetta Pistis Sophia e i due Libri di Jeu, in copto, ritrovati invece in papiri. Nella tradizione gnostica, il nome Sophia è, assieme a quello di Cristo, attribuito all'ultima emanazione di Dio. Al tempo stesso consisterà nella perfetta realizzazione di ciò che nell’uomo è personale. Purgatorio, cielo e inferno La percezione di una tale differenza è una fonte di sofferenza, ma si tratta di una sofferenza che nasce dal desiderio di rispondere pienamente all’amore di cui sono amato. Gli uomini, dunque, vedranno Dio per vivere, divenendo immortali, grazie a questa visione, e arrivando fino a Dio (IV, 20,5-6)[11]. Sono domande che si fecero allora e si sono continuate a fare lungo i secoli. Non possiamo occuparci delle differenti rappresentazioni della condizione umana nella morte e al di là della morte, alcune delle quali (non tutte!) Tommaso va segnalato anche per i testi nei quali, in una prospettiva che si collega a quella giovannea, egli raccorda il presente dell’esistenza umana nella fede e nella grazia con la sua condizione futura nella gloria. Egli delinea una sorta di progressivo avanzamento dell'umanità, nel cammino verso la conoscenza, per cui, come in passato i Greci si affidavano alla filosofia e gli Ebrei alla legge mosaica, così i Cristiani si affidano alla fede o "accettazione incondizionata della verità rivelata" (Craveri, L'eresia, p. 23). La vita è fragile e precaria. Intorno al II secolo a.C., all’epoca delle rivolte contro la politica anti-giudaica dei Seleucidi, diventa esplicita la consapevolezza di un «risveglio» dei morti (nella totalità del loro essere personale) al momento dell’instaurazione definitiva della signoria di Dio, in vista della ricompensa dei giusti e della punizione dei malvagi. Non bisogna che siamo spaesati arrivando in cielo. L’uomo “storico”, in seguito al peccato originale, sperimenta una molteplice imperfezione di questo sistema di forze, che si manifesta nelle ben note parole di san Paolo: “Nelle mie membra vedo un’altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente” (Rm 7,23). Infatti, secondo la «gnosi cristiana», la salvezza dipende da una forma di conoscenza superiore e illuminata (gnosi), frutto del vissuto personale nella ricerca della Verità. Le immagini trasmesse dalla Sacra Scrittura per dire la vita eterna (il banchetto, le nozze, la città illuminata dall’Agnello…) vanno continuamente riprese e interpretate (non “concettualizzate”). E il desiderio, a differenza del bisogno, che resta chiuso nell’oggi, è profetico e aperto al futuro. Un passaggio del vangelo di Matteo è particolarmente chiaro a tale proposito. 1 Review . http://www.monasterodibose.it/priore/articoli/articoli-su-quotidiani/698-il-paradiso-ci-attende?tmpl=component&print=1&pdf=1. - perché essa dà conto del fatto che la morte riguarda il corpo: quest’ultimo non più che un cadavere; Ecco quanto si legge a proposito dell’articolo conclusivo: La vita eterna, in quanto meta finale di tutti i nostri desideri, giustamente nel Simbolo viene posta al termine di tutte le altre verità da credere, quando vi si dice: «Credo la vita eterna». Qui sospendiamo la nostra riflessione centrata sulle parole di Cristo relative alla futura risurrezione dei corpi. Per cui non si può del tutto escludere un’influenza del mondo greco, in cui già erano penetrati elementi orientali, nel senso più storicamente concreto dell’unità culturale di quel mondo, di cui i maestri della gnosi hanno interpretato le esigenze di una religiosità più individualistica (in contrasto con i culti cittadini o nazionali), quindi soteriologica, fondata su una dottrina almeno in apparenza razionale e comunque concordante con le conoscenze scientifiche del tempo. Nella creazione del mondo materiale ad opera del Demiurgo, però, Sophia riuscì ad infondere la sua Scintilla Divina (pneuma) nella materia, permeando dunque il creato della sua divinità (divinità dunque presente nel cosmo e quindi in tutte le forme di vita sotto forma di anima), e rovinando i piani del Demiurgo. Questa nuova spiritualizzazione sarà quindi frutto della grazia, cioè del comunicarsi di Dio, nella sua stessa divinità, non soltanto all’anima, ma a tutta la soggettività psicosomatica dell’uomo. – Un esempio efficace del modo in cui la vita eterna era intesa nell’ambito della riflessione latina medievale si può trovare in un testo che deriva da una serie di prediche nelle quali, durante la quaresima del 1273, Tommaso d’Aquino (1224-1274) ha commentato il Simbolo apostolico. Nella lieta compagnia dei beati. Quindi cerchiamo già nella preghiera di balbettare ciò che sarà più tardi la “conversazione celeste” con Dio e i suoi angeli; quindi occorre sgrossare la nostra intelligenza così incollata al mondo dello spazio e del tempo e acclimatarla poco a poco alle cose divine con l’azione dei doni dello Spirito Santo; quindi la carità è l’inizio maldestro di quella comunione completa che riunirà tutti i santi. Ireneo, Agostino, la tradizione orientale, Tommaso d’Aquino. Tuttavia ciò non va inteso come una definitiva “vittoria” dello spirito sul corpo. Ma se ciò fosse vero, non ci sarebbe differenza tra l’uomo e i bruti. Ad essa si accede fin da ora tramite la fede e l’obbedienza, accogliendo cioè la rivelazione («l’esegesi», cf. Egli «ha parole di vita eterna» (Gv 6,68) e «dà la vita eterna» alle pecore di cui è pastore e dalla cui mano non potranno essere rapite (Gv 10,28). Questa unione consiste poi innanzitutto in una perfetta visione di lui [...]. Day, « Adherence to the Disciplina Arcani in the Fourth Century » 266-270. 1Gv 3,2), “faccia a faccia” (1Cor 13,12; Ap 22,4). Le immagini poi che si accumulano nella testimonianza biblica per evocare questa realtà sono quelle della gioia piena dell’uomo, della pienezza di vita: immagini che evocano il cibo buono e abbondante, l’amore e la convivialità, la pace e la giustizia; immagini che si riferiscono a bisogni umani della sfera affettiva e sessuale, sociale e politica: il cibo, l’amore, l’incontro sessuale, l’amicizia, la convivenza pacifica… Ma trasposte sul piano escatologico, divenute azione universale di Dio nel suo giorno, queste immagini trasfigurano il bisogno in desiderio. Se i primi due si riferiscono al dato biologico, la condizione dell’uomo in quanto essere vivente tra gli altri esseri viventi o, nel caso di bíos alle esigenze dell’esistenza materiale, il terzo dice una modalità dell’esistenza possibile solo grazie a una particolare iniziativa di Dio. Egli sottolinea poi che Gesù ha legato la fede nella resurrezione alla sua stessa persona (”Io sono la Resurrezione e la Vita” Gv 11, 25), così che essere testimone del Cristo porta ad essere testimone della sua resurrezione (cf. – 1. agg. Spiega tale abbondanza e diversità di sette dicendo che “la maggioranza dei loro fautori - in realtà, vogliono essere maestri; se ne vanno dalla setta che abbracciarono e tramano un insegnamento a partire da un’altra dottrina, e poi a partire da questa ne sorge un’altra, poi tutti insistono nell’essere originali e nell’aver trovato da se stessi le dottrine che di fatto si limitarono a mettere insieme” (AdvHaer. La morte e il giudizio “singolo” Prima però di liquidare come falsa o persino dannosa la nozione di vita eterna, o prima di ribadirne semplicemente la legittimità, come se il suo significato fosse da sempre chiaro e univoco, è opportuno interrogarsi su ciò che queste parole hanno inteso e intendono effettivamente comunicare[3]. Ci si può effettivamente chiedere se ci sia un contenuto di verità nell’affermazione: «credo la vita eterna», o se si tratti solo dell’espressione di un sentimento per mezzo di un ossimoro, una poetica accoppiata di opposte qualità, come “una dolce amarezza”, “una lieta tristezza”. Nel ricostruire la storia del movimento, Marcello Craveri indica come fondatore in senso proprio dello gnosticismo cristiano Clemente Alessandrino, che nell'anno 190 diede inizio a una serie di lezioni al Didaskaléion o Scuola di Alessandria, fondata da Panteno appositamente per la formazione degli aspiranti cristiani (catecumeni). Ma non si possono neppure dimenticare non solo il linguaggio greco di cui si serve la gnosi, ma altresì – e soprattutto – i miti cosmologico-religiosi, le religioni di ‘gnosi’ e di salvezza che attraversano la complessa spiritualità del mondo ellenistico. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre (Dn 12,2-3)[6]. Espressioni quali «amore eterno», «alleanza eterna», «regno eterno» e simili, non vanno riferite immediatamente a un futuro definitivo (escatologico) di tipo personale o collettivo: dicono piuttosto il carattere durevole dell’alleanza, dell’amore, del regno[5]. ), alla quale nei decenni scorsi hanno prestato attenzione tanto alcuni teologi di diverse confessioni cristiane (O. Cullmann, G. Greshake, N. Lohfink, K. Rahner, J. Ratzinger) quanto alcune istanze dottrinali cattoliche[25], va ripensata in questa prospettiva ecclesiale e cosmica: lo «stato intermedio» è il tempo della chiesa, in cammino verso la piena comunione con Dio uno e trino, nella diversità di condizioni in cui si trovano i suoi membri (Maria, i santi, coloro che «vengono purificati»). anche 16,10) l’idea di un legame tra Dio e il giusto tale non solo da permettere la salvezza “dalla morte” ma anche da permanere (almeno secondo un lettura possibile dei testi) “al di là della morte”. Ad essa si accede fin da ora tramite la fede e l’obbedienza, accogliendo cioè la rivelazione («l’esegesi», cf. Dopo aver incaricato una commissione di studiare l’argomento, Giovanni XXII fece in tempo a preparare una bolla, sottoscritta il 3 dicembre 1334, un giorno prima della sua morte, con la quale prendeva le distanze da affermazioni da lui pronunciate che fossero eventualmente apparse dissonanti dalla fede cattolica[21].
21 Gennaio Cosa Si Celebra, Volontariato Con I Bambini Milano, Spigoli Carl Brave Produzione, Buonarroti - Trento, Cena In Emmaus Brera, Filippo D'orleans 1848, Pesce Blob Wikipedia,