Anche da ciò si può capire la ragione della ricca iconografia che lo riguarda e nella quale spesso appare affiancato da S. Angelo di Licata. La statua, contenente il teschio del Santo (che si mette a contatto con la bambagia che viene distribuita nel giorno della festa, il 7 agosto) è opera dell’argentiere trapanese Vincenzo Bonaiuto. In alto a sinistra (come in opposizione) è la Madre di Dio e il Cristo Bambino avvolti da nubi: la “Regina del Carmelo” porta al braccio sinistro lo scapolare; Gesù, con la mano destra, porge al Santo un giglio mentre con la sinistra mostra il rotolo con la scritta: Beati i puri di cuore perché vedranno Dio. C’è poi un aspetto della sua vita che tutto il Carmelo, antico e riformato, gli ha sempre riconosciuto e per cui ha invocato nelle commemorazioni la sua intercessione: la purezza, la castità, il candore del comportamento. Roberto D’Angiò, duca di Calabria, figlio di Carlo II e re di Napoli, per assalire Messina mandò il suo esercito a Catona e assediò Reggio Calabria, in modo che essa non potesse aiutare Messina. Secondo una base comune alle varie redazioni, i dati biografici possono ridursi ai seguenti: Per Cristo nostro Signore. Il volume progettato poté essere pubblicato a Lisbona nel febbraio del 1583, ma La vida de San Alberto, inserita nel volume, porta la data del 1582, per cui P. Tommaso si chiede se forse la S. Madre abbia fatto a tempo ad averla tra le mani già stampata. Più in basso è rappresentata la città di Messina che, si racconta, fu liberata per intercessione di S. Alberto da un assedio e provvista da tre navi colme di viveri che, dopo la distribuzione, scomparvero. Ebbe anche il titolo di «padre», titolo condiviso con l'altro Santo carmelitano del suo tempo, Sant' Angelo di Sicilia. I pescatori del rione San Pietro, detto quartiere “Casalicchio”, fecero scolpire un simulacro argenteo che ritraeva Sant’Alberto e ogni anno collocavano ritualmente la statua nella Via Biscottai, sito in cui era apparso il Santo a due pescatori per riferire che presto il morbo della peste sarebbe stato sconfitto per sua intercessione.La festa coinvolgeva i trapanesi che addobbavano di luci e bandiere la strada in fondo alla quale era collocata la bella statua di Sant’Alberto. Benché la Vita, scritta fin dal secolo XIV, e poi le successive redazioni siano arricchite da molti fatti miracolosi e leggendari, tuttavia alcuni dati storici sono sufficientemente fondati. Venne così additato come esempio di vero carmelitano, tutto dedito all'austerità e alle opere apostoliche e, verso il 1287, fu nominato, meritatamente, Superiore provinciale dell'Ordine per la Sicilia. Questa illustre famiglia si estinse a Trapani con Giacomo degli Abate. In quel tempo il Senato decise, insieme ai Padri Carmelitani, di trasportare annualmente la statua-reliquario nella Chiesa del Carmine cosicché si costruisse una nuova cappella in onore del Santo Patrono. Nel lato inferiore del quadro un cartiglio reca la scritta in latino, il prossimo 7 agosto si apre il centenario della morte di Sant’ Alberto di Trapani (+ 1307), titolare del Carmelo Teresiano di Sicilia. Alberto è patrono di Trapani, di Erice, di Palermo, di Messina, di Cremolino (Alessandria) e di Revere (Mantova). Con questo culto intenso ed esteso si spiega l’abbondante iconografia, nella quale Alberto è raffigurato (con o senza libro) dapprima recante un giglio, simbolo della vittoria sui sensi riportata all’inizio della sua vita religiosa, poi nell’atto di vincere un diavolo, o anche – dal sec. Di nobile famiglia, quella fiorentina Degli Abati, nacque verso il 1250. © 2020 Carmelitani Scalzi della Provincia Veneta. Nel lato inferiore del quadro un cartiglio reca la scritta in latino Studiorum mecenati divo Alberto theologiae bacconicae candidati tabulam inaugurarunt 1704. Al Centro Internazionale S. Albert in Rome si conserva un quadro di S. Alberto degli Abati. Di nobile famiglia, quella fiorentina Degli Abati, nacque verso il 1250. Tra tutti spiccano Palmerio († 1300), figlio dello zio Gilberto, che, insieme a Giovanni da Procida († 1298), Alaimo da Lentini († 1287) e Gualtiero da Caltagirone († 1283), ricoprì un ruolo di primo piano nella ribellione dei Vespri siciliani e nella successiva Guerra dei vent’anni (1282-1302). C’è poi un aspetto della sua vita che tutto il Carmelo, antico e riformato, gli ha sempre riconosciuto e per cui ha invocato nelle commemorazioni la sua intercessione: la purezza, la castità, il candore del comportamento. Intanto si dovette provvedere per i funebri onori: ma prevedendosi che il popolo avrebbe pretesi per Alberto gli onori dei santi e non le esequie dei defunti, il prudente arcivescovo ordinò che per tre giorni si digiunasse e pregasse allo scopo di ottenere i necessari lumi dal Cielo. Mentre il ragazzo era ancora in tenera età il padre pensò per lui a un onorevole sposalizio, ma la madre riuscì a fargli tenere fede al voto. Anche la Provincia del Messico ha come titolare questo Santo. Quando il capitolo generale del 1704 aggiornò semplicemente la parte delle costituzioni che trattava degli studi, eliminando leggi e ordinanze stabilite da Villalobos “diritti” essi offrirono al priore generale in segno di riverenza il quadro di S. Alberto, di cui non si conosce l’autore. Il Papa, a quanto pare, ascoltato il parere dei Cardinali, permise a viva voce la venerazione del Santo confessore Alberto. [5], Riserva naturale orientata Saline di Trapani e Paceco, Basilica-santuario di Maria Santissima Annunziata, Chiesa di Santa Maria dell'Itria-Santa Rita, Galleria d'arte contemporanea "la Salerniana", https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Chiesa_di_Sant%27Alberto_(Trapani)&oldid=114837805, Chiese dedicate a sant'Alberto degli Abati, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Con tale decisione era d’accordo anche il priore generale Barberi, che si era già pronunciato a favore degli studenti della Traspontina. Affresco di S. Alberto da Trapani opera del pittore Paolo da Caylina il Vecchio, 1471, Madonna con S. Alberto del pittore Domenico La Bruna, Filippo Lippi – Madonna in trono fra angeli e i santi Michele; Bartolomeo e Alberto da Trapani. Di Trapani si trova la Cappella di Sant’Alberto degli Abati del 1582. Egli fu il discendente della potente famiglia degli Abate (oppure mantenendo l’assonanza latina e conservando la doppia “BB” latina de Abbatibus “degli Abbati”) arrivata dalla Toscina in Sicilia nel 1229 con Enrico, tesoriere dell’imperatore Federico II di Svevia, e il fratello Benedetto (padre di Sant’Alberto), ammiraglio del versante occidentale - dal canale di Sicilia fino al limitare del Tirreno Meridionale - e di Gilberto († 1269), governatore di Malta nel 1230. L’icona è stata realizzata secondo la tecnica della tradizione iconografica bizantina ed è venerata nella cappella del Noviziato di Monte Carmelo (Villasmundo – Siracusa). Fu il primo Santo del Carmelo ad essere venerato e quindi venne insignito del titolo di Patrono e protettore dell'Ordine Carmelitano. Da Palermo i membri della famiglia si erano presto diramati a Messina, Catania e Trapani, ricoprendo cariche importanti quali capitano giustiziere, senatore, cavaliere gerosolimitano. “La vida y milagros de San Alberto”(1582), e nel fare questo ne dà anche i motivi, che hanno radici nella sua storia personale. Secondo una base comune alle varie redazioni, i dati biografici possono ridursi ai seguenti: Alberto nacque (dopo ventisei anni di matrimonio sterile) da Benedetto degli Abati e da Giovanna Palizi, che promisero di consacrarlo al Signore. Il diavolo, nemico di ogni autentica santità, concepì un odio mortale contro di lui. Al cap 40, 13 parla di una visione profetica avvenuta mentre pregava davanti al SS. Madonna di Trapani - Santuario di Maria Santissima Annunziata, Via Conte Agostino Pepoli, 178 - 91100 Trapani. Hotels near Chiesa di Sant'Alberto: (0.01 mi) B&B La Dimora Di Odisseo (0.01 mi) Suimari Rooms (0.02 mi) Central Gallery Rooms (0.03 mi) B&B Rua Nuova (0.03 mi) Luxury Loft Tre Lune; View all hotels near Chiesa di Sant'Alberto on Tripadvisor Il centenario potrà essere poi l’occasione propizia perché ogni comunità, fraternità e gruppo immagini una qualche iniziativa che possa giovare a una migliore conoscenza delle nostre radici e della nostra storia sacra, che tanto deve ai santi che l’hanno fatta… Come la devozione alla Madonna del Carmine, così radicata tra noi, anche quella ai Santi, specialmente dell’Ordine, ci può aiutare a una comprensione più penetrante della tradizione religiosa nella quale siamo chiamati a vivere e a testimoniare il carisma del Carmelo. La costruzione iniziò nel 1681 e fu completata nel 1700. Chiesa di Sant'Alberto, Trapani: See 2 reviews, articles, and 2 photos of Chiesa di Sant'Alberto, ranked No.66 on Tripadvisor among 103 attractions in Trapani. Sullo sfondo viene spesso riprodotta la città di Trapani di cui è Patrono. Dobbiamo perciò conoscerlo, saper invocare la sua intercessione e onorarlo. Guglielmo da Messina, Priore provinciale di Sicilia pro tempore (che partecipò al Capitolo Generale di Montpellier nel 1287 in cui fu deciso il cambio della Cappa dell’Abito dell’Ordine, da barrata a striscie bianche e nere a tutta bianca), era presente al testamento, qui il Santo si firma “Io frate Alberto da Trapani”. L’ozio gli riusciva sempre insopportabile. A Piazza Armerina gli sarebbe stata eretta la prima cappella. Dal suo santo corpo uscì un profumo così intenso che meravigliò tutti e in modo tale che non solo i cristiani ma anche i giudei andarono in molti a vedere una cosa così meravigliosa come quella. Morì a Messina il 7 agosto con probabilità nel 1307. Tutta la gente a queste parole si rallegrò perché sapeva di poter contare sulla grazia di Dio. Secondo una base comune alle varie redazioni, i dati biografici possono ridursi ai seguenti: Alberto nacque (dopo ventisei anni di matrimonio sterile) da Benedetto degli Abati e da Giovanna Palizi, che promisero di consacrarlo al Signore. di P. Ludovico Saggi ocarmDa Santi del Carmelo, Roma 1972. Di sera, alle 20.30, nella Chiesa del Collegio dei gesuiti si terrà “Drepana dona dei”, riflessioni, versi e canti in onore di Sant’Alberto e della Madonna di Trapani con la partecipazione di Piero e Gioele Corso e di … Al suono della banda musicale della città si concludeva la “Novena”. Le sue reliquie, sparse in tutta Europa, sono necessarie alla tradizionale benedizione de "l'acqua di Sant'Alberto", usata contro le febbri. Per la parola e per i prodigi, per la carità e soprattutto per le numerose conversioni di Ebrei, la fama di Sant’Alberto corse rapidamente anche fuor di Messina. E poi (Vita 40, 15) “Quel Santo glorioso mi si fece vedere più volte: mi parlò di varie cose, mi ringraziò delle preghiere che facevo per il suo Ordine, e promise di raccomandarmi al Signore.” È stato sempre ritenuto nell’Ordine, anche per successiva ammissione della santa che nello scrivere la sua biografia era tenuta alla consegna dell’anonimato, che il santo in questione è sant’Alberto. La festa continuava per tutta la notte con canti e balli nei cortili, alternandole con il consumo di biscotti inzuppati nel caffè. Vi furono però alcuni religiosi ‘zelanti’ (tra cui sembra anche qualcuno del governo centrale dell’Ordine) che si opposero a tale concessione. Nell’ambito della nostra Riforma il Capitolo Generale OCD della Congregazione d’Italia il 13 maggio 1632 istituì la nuova Provincia di Sicilia e la intitolò a Sant’Alberto di Trapani. Pertanto il 6 agosto di ogni anno si portava in processione la statua dall’Annunziata fino in città. Giunto il funebre corteo dal Convento dei Carmelitani alla Cattedrale e deposto il cadavere presso l’altare, sorse aspra contesa fra il clero ed il popolo, perché i sacerdoti in omaggio alle prescrizioni della santa Chiesa si disponevano a celebrare la Messa dei defunti, mentre il popolo ad ogni costo voleva che la liturgia fosse quella dei santi. Egli depone che il giorno della festa di S. Alberto, 7 agosto 1574, mentre la Santa stava nella fondazione della casa di Segovia, dopo averla confessata e comunicata, essendo successivamente venuti a colloquio, le sentì dire che il Signore e Sant’Alberto si erano intrattenuti con lei. Seleziona più opzioni per filtrare i risultati. Ex: "Teresa d'Avila" + "Carmelo & Cultura" mostrerà solo gli articoli su Teresa di argomento culturale. Da questi due testamenti autografi, si evince come grazie all’ingresso di Alberto degli Abate nel Convento Carmelitano dell’Annunziata di Trapani, parte del patrimonio di famiglia spettante al Santo venne devoluto, a motivo della sua rinunzia, a favore del Convento medesimo in cui egli entrò per servire il Signore con cuore puro e retta coscienza, divenendone ben presto il vero fondatore spirituale, gettando le basi di quello che sarà nel tempo il luogo di culto più importante della Sicilia occidentale. Con l’ingresso al Carmelo, con molta probabilità avvenuto tra il 1248 e il 1250, il fervore religioso di Alberto crebbe e si intensificò il suo cammino di comunione con Dio che imparò ad incontrare da vero contemplativo, non solo durante la preghiera personale e della comunità, ma anche attraverso le vicende del suo nobile casato, del suo Ordine, negli eventi cittadini e nella storia del suo tempo e in particolare della sua terra di Sicilia.Le varie recensioni e copie della Vita del Santo tacciono sugli anni della sua formazione religiosa e in vista della sua ordinazione presbiterale, ma possiamo affermare con certezza e senza ombra di dubbio che proprio in quegli anni fu preparato dallo Spirito il “servo buono e fedele che il Signore porrà a capo della sua famiglia per distribuire a tempo debito la razione di cibo” (Cfr. Fino al 1833 il Senato andava incontro al Santo in carrozza per rendere un omaggio floreale e partecipava ai vespri pontificali che si tenevano nella Chiesa di Sant’Alberto. Mentre il ragazzo era ancora in tenera età il padre pensò per lui a un onorevole sposalizio, ma la madre riuscì a fargli tenere fede al voto. In questa Cappella, di gusto barocco, si custodisce la Statua reliquario argenteo di Sant’ Alberto. Alla destra del Santo s’innalza una montagna e una piccole vite, simbolo del rigoglioso Monte Carmelo e dell’ascesi spirituale. Di qui numerose proteste da varie parti. Il giorno seguente, Federico II, insieme alla sua corte, si diresse alla chiesa del Carmine in cui Sant’Alberto officiava la Messa. La causa venne tratta dalla solita Congregazione dei Vescovi e Regolari. Lettera di P. Gaudenzio Gianninoto alle comunità di Sicilia per annunciare l'apertura del VII Centenario della morte di Sant’Alberto di Trapani, titolare del Commissariato. La tavola è di forma rettangolare e misura cm 116 x 72. Non è inverosimile pensare che ci sia una relazione diretta fra questo episodio e la composizione dell’opera “Vita e miracoli di Sant’Alberto”. Nelle pitture o negli affreschi che lo riproducono, Alberto è l’uomo capace un po’ di tutte le cose che hanno del prodigioso: è l’uomo casto che porta in braccio Gesù Bambino; è il predicatore che trascina; è colui che sfama la città di Messina durante un assedio; benedice le acque apportatrici di malaria e di febbri. Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Nell’ambito della nostra Riforma il Capitolo Generale OCD della Congregazione d’Italia il 13 maggio 1632 istituì la nuova Provincia di Sicilia e la intitolò a Sant’Alberto di Trapani. Furono innumerevoli i fenomeni spirituali accaduti in quel momento. I fedeli e la corte di Federico corsero ai piedi del Santo ringraziandolo, lui li benedì, li esortò a credere in Dio e nella Madonna della Lettera e ritornò nella sua umile cella. 02174880449 -. Prima di stabilire la pace di Caltabellotta, gli Angioini cercarono di riconquistare le città perdute nella guerra, soprattutto Messina. Santa Elisabetta d’Ungheria - La ricchezza al servizio della povertà, 18 novembre, Matrimonio spirituale della Santa Madre, 70 anni del dogma dell’Assunzione di Maria, Mostra "In principio era la Misericordia", Beati Dionisio della Natività e Redento della Croce, Beata Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso, Consulta la rivista della Provincia Veneta dei Carmelitani Scalzi. Il suo beato transito da questa terra avvenne in Messina tra il 6 e il 7 agosto dell’anno 1307. La Statua di Sant'Alberto, poi, lascia ogni anno il Santuario della Madonna di Trapani (dove risiede per tutto l'anno nella cappella a lui dedicata) a bordo di un carro trainato da devoti per raggiungere dapprima il sindaco di Trapani che gli consegna le chiavi, e poi la Cattedrale di San Lorenzo dove si celebrano le S.Messe in Suo onore. Accadde che la città di Messina si trovasse sotto assedio. La presenza di Alberto nel convento di Trapani nei giorni 8 agosto 1280, 4 aprile e 8 ottobre 1289 è attestata da pergamene dello stesso convento, oggi alla Biblioteca Fardelliana della città; qui si trova anche una pergamena in data 10 maggio 1296, da cui risulta la sua carica di Superiore provinciale. Trascorso il periodo di formazione e divenuto sacerdote fu mandato a Messina dai superiori. Quattro giorni dopo arrivarono altre quattro navi cariche di vettovaglie sfuggite alla flotta avversaria. Fin da piccolo crebbe in lui un’esigenza spirituale al di fuori dei canoni d’insegnamento ed a otto anni entrò nell’Ordine dei Carmelitani, da poco costituito, votando la sua castità alla rinuncia delle ricchezze, del piacere dei sensi, abbandonando tutti i legami mondani e da quel momento dedicò la sua vita alla contemplazione dello spirito. Alberto si distinse per la predicazione mendicante, operando anche numerosi miracoli. Poco dopo Alberto venne mandato dai Superiori all’altra estremità dell’isola, nel convento carmelitano di Messina e liberò la città, assediata dal Duca di Calabria, dalla fame causata da un assedio: alcune navi cariche di vettovaglie passarono miracolosamente attraverso gli assedianti. Ancora quel luogo prende il nome di “Cortile di Sant’Alberto”. Fu il primo santo ad avere culto nell'Ordine, e pertanto venne considerato patrono e protettore. Nell'ultima riforma liturgica è stato concesso il grado di festa per S. Alberto per i Carmelitani e di memoria per i Carmelitani Scalzi. I fedeli e la corte di Federico corsero ai piedi del Santo ringraziandolo, lui li benedì, li esortò a credere in Dio e nella Madonna della Lettera e ritornò nella sua umile cella. Sant' Alberto degli Abati (da Trapani) Sacerdote carmelitano, Trapani, 1250/1257 - Messina, 7 agosto 1306, Non si conosce con esattezza la data di nascita. Possiamo ricordare l’antifona che fino a non molto tempo fa si ripeteva, santi della sua speciale devozione inizia proprio dal “Nostro Padre San Alberto” precisando che si deve escludere che si tratti di Sant’Alberto di Gerusalemme, autore della Regola del Carmelo, bensì di quello di Sicilia. Alberto degli Abati, detto da Trapani dal luogo dove nasce, secondo la tradizione meglio documentata, intorno al 1240, entra nell'ordine carmelitano di quella città, divenendo prete e svolgendo il suo apostolato in tutta l'isola. Fu una confidente di una promessa della Madonna. La Statua di Sant’Alberto, poi, lascia ogni anno il Santuario della Madonna di Trapani (dove risiede per tutto l’anno nella cappella a lui dedicata) a bordo di un carro trainato da devoti per raggiungere dapprima il sindaco di Trapani che gli consegna le chiavi, e poi la Cattedrale di San Lorenzo dove si celebrano le S. Messe in Suo onore. Quando, nell’aprile del 1700, il priore generale seguente, Carlo Filiberto Barbieri, volle verificare se gli studi erano compiuti secondo tali decreti, gli studenti dello studium della Traspontina, che era allora un dei più prestigiosi nell’Ordine, ricorsero alla Congregazione dei Vescovi e Regolari per ottenerne la dispensa e continuare l’assegnamento dei gradi e il seguire l’ordinamento dello studium nei suoi giorni di scuola e nei periodi di vacanza come era consuetudine da più di cent’anni nello studium stesso. Così preghiamo nella liturgia della festa e nella commemorazione settimanale. Seguirà il tradizionale rito della benedizione dell’acqua di Sant’Alberto. Le sue reliquie sono sparse in tutta Europa: esse sono necessarie, ancor oggi, alla benedizione dell'acqua di S. Alberto, molto usata, specialmente, in passato, contro le febbri. Grazie ai “Vespri siciliani” Messina e Palermo si erano liberate dal dominio Angioino, chiamando come re della Sicilia Pietro III D’ Aragona e dopo di lui Giacomo, poi Federico II D’Aragona. Anche la Provincia del Messico ha come titolare questo Santo. C’è un altro episodio ancora più esplicito, anch’esso situato fra le esperienze mistiche della santa dottore della Chiesa, riferito dallo stesso padre Yanguas al processo di canonizzazione. La leggenda narra che in quei giorni accadde un fatto straordinario simile a questo: una signora vestita di bianco fu vista passeggiare tranquillamente sugli spalti delle mura con lo stendardo di Messina, un francese lanciò una freccia contro di lei, ma la freccia ritornò indietro, colpendo in un occhio l’arciere. Da vedere a Trapani (Sicilia): "Chiesa di Sant'Alberto" Uno dei luoghi di interesse religioso/culturale presenti nel Comune di Trapani, è "Chiesa di Sant'Alberto". Tramite questo documento, e quindi in base ai dati ufficiali, gli storici comprovano la nascita del Santo a Trapani e non ad Erice, diatriba che lungo i secoli ha fatto versare fiumi d’inchiostro da entrambi le parti. Un piccolo bordo rosso delimita la cornice esterna della tavola: indica il sangue versato da Gesù per la nostra salvezza. All’offertorio egli cominciò a pregare per tutto il tempo e dopo che finì, una voce dal cielo parlò dicendo:”EXAUDIVIT DEUS PRECES TUAS!” che significa: “Dio ha esaudito le tue preghiere”. Sempre a sinistra è una palma che rievoca il Paradiso celeste promesso ai giusti (Salmo 91: Il giusto fiorirà come palma), simbolo di santità. Non è inverosimile pensare che ci sia una relazione diretta fra questo episodio e la composizione dell’opera “Vita e miracoli di Sant’Alberto”. Nel corso di questo prossimo centenario ci proponiamo di tradurla in italiano e di pubblicarla. Nel secolo XVI fu stabilito che ogni chiesa carmelitana avesse un altare a lui dedicato. S. Teresa di Gesù e S. Maria Maddalena dei Pazzi ne furono particolarmente devote; il beato Battista Spagnoli compose in suo onore un’ode saffica. Comunque, sta di fatto che il suo culto iniziò a diffondersi come un baleno dal giorno della sua morte in seno all’Ordine Carmelitano e fuori di esso, mentre la prima traslazione di alcune delle sue principali reliquie è da ascriversi intorno al 1318 mentre la sua prima biografia è stata compilata poco dopo il 1385.I suoi resti oggi sono sparsi in tante piccole parti nella stragrande maggioranza delle Chiese Carmelitane, ad eccezione del suo Cranio custodito integro nella Cappella omonima del Santo in questo Santuario Carmelitano di Trapani.
Ristorante Posillipo Riccione, Credenze Fine 800, Aosta - Martigny Distanza, Aprile Santi Del Giorno, Il Tempo Delle Mele Titolo Originale, Lorenzo Amoruso Vita Privata, Il Sabato Sera, Necropoli Vaticana Storia, Nome Franco Derivato,