Satelliti di ultima generazione, megacomputer, sensori, previsioni del tempo più “lunghe”. Anche loro come noi avevano paura dei “cattivi”, di quelli che non rispettano alcuna regola pur di farsi gli affari propri ma non si sono mai arresi. York, e riesce a colpire le famiglie mafiose dei Gambino e degli Inzerillo, La situazione a Palermo era in rapido cambiamento. Vincenzo Li Muli, 22 anni, di Palermo. dice chiaro: Devo fare in fretta, perché adesso tocca a me. Perché i crackers hanno i buchi? È molto bello «Mio padre stava molto in casa», raccontava Falcone nel libro di Francesco La Licata Storia di Giovanni Falcone (Feltrinelli): «per lui era un punto d'orgoglio non aver mai bevuto al bar una tazzina di caffè.» E anche la madre era una «donna energica e autoritaria. la creazione di una Direzione Nazionale Antimafia per coordinare Agente scelto, era stato inviato in Sicilia e temporaneamente assegnato al servizio scorte di Falcone. Anzi da quel momento preparò la sua vendetta: uccidere Falcone e Borsellino. Hanno sfidato il mostro più cattivo d’Italia: la mafia. Il maxi-processo, basato anche sulle sue confessioni, fu il più grande attacco a Cosa Nostra in Italia. Emanuela Loi, 24 anni, di Sestu (Cagliari). Falcone doveva Chi non giocava erano i “cattivi” e gli “amici” di questi mafiosi, uomini con la maschera dell’onestà dietro la quale si celano spesso traditori dello Stato. Il magistrato muore con Trafficante di droga, riparò in Brasile dove fu arrestato e poi estradato in Italia. istruzione processi penali sotto la guida di Rocco Chinnici. Ma soprattutto ci ha dato una visione globale, ampia, a largo raggio del fenomeno». Il magistrato Paolo Borsellino, impegnato con Falcone nella lotta alle cosche, va a trovare la madre in via Mariano D'Amelio, a Palermo. Le vite di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono intrecciate fin dall'inizio. Infine Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo e fino ad allora in ottimi rapporti con lui, lo accusò di tenere nei cassetti prove contro i politici mafiosi. Matdid, Falcone lo interrogò e Buscetta parlò. Il Mondo di Patty torna: tutti gli episodi della prima stagione. Quando arrivò a Palermo disse: «Se ho scelto di fare la poliziotta non posso tirarmi indietro. La vendetta. Nel 1983 altri due funzionari di Polizia Giuseppe Montana e Ninni Dopo questo interrogatorio lei diventerà una celebrità. Falcone, intanto, si era trasferito anche lui a Palermo, dove lavorò al processo al costruttore edile Rosario Spatola, accusato di associazione mafiosa. La sua, come hanno raccontato alcuni pentiti, era una morte programmata da tempo, ma anticipata con una "premura incredibile". Quanto può dormire un batterio? Con lui abbiamo iniziato a guardarvi dentro. coinvolte nel traffico di eroina. In greco aveva 10, si alzava alle 5 del mattino per studiare e la sua memoria prodigiosa faceva il resto. Lavora con il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile La squadra mobile di Palermo non è mai stata ricostituita. Temo la fine perché la In questo modo Carnevale fu assegnato ad altro incarico e la Cassazione confermò le condanne. La beffa. aria, Paolo Borsellino capisce che non gli resterà troppo tempo. Era arrivato nel capoluogo siciliano da Trieste, dove per 10 anni aveva lavorato nella Digos, frequentando corsi speciali di addestramento per fare parte delle scorte. Se Alle 16:58 un'altra tremenda esplosione: questa volta in piena città. materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Non sapeva che fra loro c'era anche suo figlio. A partire da Tommaso Buscetta, "don Masino", che nella guerra scatenata da Totò Riina aveva perso due figli, un fratello, un genero, un cognato e quattro nipoti. Una storia, la loro, curiosa perché fin da piccoli si conoscevano, giocavano insieme nel quartiere la, Animali domestici: cani, gatti e altri pet, App per imparare la matematica e le tabelline, La strage di Capaci: ricordiamo Giovanni Falcone per sconfiggere la mafia, La strage di via D'Amelio: ricordiamo Paolo Borsellino e la sua vita di lotta alla mafia. In un caldo sabato di maggio, alle 17:56, un’esplosione squarcia l’autostrada che collega l’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, nei pressi dell’uscita per Capaci: 5 quintali di tritolo distruggono cento metri di asfalto e fanno letteralmente volare le auto blindate. Borsellino provò a reagire, nonostante lavorasse a Marsala. Nel 1963 entra in Magistratura: lavora in diversi tribunali e nel 1975 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino - Focus.it, Giuseppe Ayala: vi racconto Giovanni Falcone, La satira feroce e scorretta dei francesi, Nell'inchiostro degli egizi c'era del piombo, Notizie, foto, video di Scienza, Animali, Ambiente e Tecnologia - Focus.it. Era cominciata una guerra di mafia, che tra gli ultimi mesi del 1981 e i primi del 1982 causò nel capoluogo siciliano un morto ogni tre giorni. Dove vanno i gatti quando spariscono da casa? Siamo entrati nel centro meteo più grande di Europa per scoprire come la meteorologia vuole darci previsioni più accurate e a lungo termine e come può anticipare gli eventi estremi sempre più frequenti. Spesso si ritrovavano a giocare con compagni che un giorno sarebbero finiti tra i “cattivi”, i mafiosi. Alla fine di quel periodo, durato 33 giorni effettivi, lo Stato ebbe l'ardire di presentare ai magistrati il conto del soggiorno: «Prima di andarcene ci fecero pagare 415.800 lire a testa per il pernottamento, 12.600 lire al giorno», rivelò Borsellino nel libro di Rossi. Il 28 luglio 1985 fu ucciso Beppe Montana, capo della Sezione latitanti della polizia di Palermo, e pochi giorni più tardi Ninni Cassarà, vicedirigente della squadra mobile e stretto collaboratore di Falcone. I 5 supereroi più famosi di sempre e le loro storie. Da una decina di giorni era stato assegnato alla scorta del magistrato. In pratica i magistrati Poi arrivò Giuseppe Di Lello Finuoli, che vantava una certa esperienza di processi di mafia ed era stato il pupillo di Rocco Chinnici. Alla moglie Agnese disse: «La mafia mi ucciderà quando gli altri lo decideranno», e il 17, fra lo stupore di tutti, salutò uno a uno i colleghi abbracciandoli. Giovanni aveva tredici anni e Paolo era più giovane di soli otto mesi. Nel quartiere arabo. Studenti modello. Ci ha fornito numerosissime conferme sulla struttura, le tecniche di reclutamento, le funzioni di Cosa Nostra. Allo svincolo di Capaci, sull'autostrada da Punta Raisi a Palermo, 500 kg di tritolo uccisero Giovanni Falcone, la moglie e 3 agenti della sua scorta. A giudizio. Solo, ferito dalla morte del suo amico, ostacolato dal capo della procura palermitana Giammanco, nei due mesi successivi Paolo Borsellino lavorò con frenetica intensità. Con i 7 e gli 8, la mia pagella veniva considerata brutta». Con Paolo Borsellino morirono cinque agenti della sua scorta. Il magistrato non aveva esperienza di processi di mafia, ma era nota la sua serietà professionale. Frequentò il liceo classico e si iscrisse al fronte universitario d’Azione Nazionale e si laureo nel 1962. tutti gli uomini della scorta. senza tregua nel pool anti-mafia guidato da Rocco Chinnici, a stretto Appoggiò la nomina di Pietro Giammanco, il suo superiore, a procuratore capo di Palermo, ma da questi fu lentamente messo da parte e ostacolato. La nebbia in Sicilia è ancora fitta. sia da destra che da sinistra si doveva necessariamente rispettarlo. pensare che nessuno avrà mai il coraggio di rinfacciargli questa Borsellino aveva l'esperienza professionale per parlare con lui da pari, e nello stesso tempo era più umano, più vicino a noi.». I due magistrati, con le rispettive famiglie, furono trasferiti in fretta e furia all'Asinara, l'isola-carcere a nord-ovest della Sardegna, per concludere l'istruttoria del maxi-processo, che fu depositata l'8 novembre di quello stesso anno. E disse a Falcone, come raccontò il magistrato stesso nel libro Cose di Cosa Nostra: «L'avverto signor giudice. E l'anno successivo conobbe una donna di nome Rita: fu un colpo di fulmine, al quale seguì il matrimonio. assassinato. Si scoprì, infatti, che dietro gli omicidi c'erano i "viddani" (villani, cioè contadini) di Corleone, circa settanta persone provenienti dal paese vicino a Palermo. Il lavoro di Cassarà e il nostro erano già il massimo di quanto lo Stato volesse fare.». Momento magico. vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell'aldilà. 23 maggio 1992: allo svincolo di Capaci, sull’autostrada da Punta Raisi a Palermo, 500 kg di tritolo uccidono Giovanni Falcone, la moglie e 3 agenti della sua scorta. Non solo. È sempre del parere di interrogarmi?». La fototessera di Giovanni Falcone all’Accademia navale di Livorno, nel 1957. Correre una maratona fa ringiovanire? Una storia, la loro, curiosa perché fin da piccoli si conoscevano, giocavano insieme nel quartiere la Kalsa, a Palermo. Paolo Borsellino riceve i complimenti della commissione d’esame: si laureò in giurisprudenza con 110 e lode a soli 22 anni. intervista a Borsellino, I Perché Beethoven cambiò per sempre il mondo della musica; gli esordi dell'Aids, l'epidemia che segnò un'epoca. Giovanni era uscito dalla pancia della mamma con i pugni chiusi, senza urlare e in quel momento era entrata una colomba dalla finestra aperta. Lo hanno fatto da soli, con le armi della loro intelligenza, senza superpoteri. Il 13 luglio, sconsolato, dichiarò: «So che è arrivato il tritolo per me». Buscetta dichiarò di fidarsi solo di lui e del vicequestore Gianni De Gennaro. Nonostante le difficoltà, a 22 anni si laureò con 110 e lode. Siciliano di Caltanissetta, Caponnetto lasciò la famiglia a Firenze per sottoporsi a una vita da recluso tra la caserma della Guardia di finanza e il suo ufficio. Le indagini di polizia giudiziaria sono bloccate da anni. Ed entrambi crebbero nella Kalsa, l'antico quartiere di origine araba di Palermo, zona di professori, commercianti ed … L'ultima L'omicidio del generale Dalla Chiesa fu solo una tappa della strategia di Totò Riina, che voleva lo scontro frontale con lo Stato. Agostino Catalano, 43 anni, di Palermo. Perché Totò Riina aveva detto «Bisogna scavalcare un muro», e quel muro era Paolo Borsellino. Alla fine non ce l’hanno fatta, sono stati uccisi ma nessuno ha più dimenticato la missione speciale di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. di Palermo cercano di combattere la mafia così come negli anni Antonio Montinaro, 30 anni, di Calimera (Lecce). dell'antimafia. Sono le 17:58: un boato terribile, un intero lembo di autostrada che si solleva, una nube nera altissima, il muro di asfalto e cemento - l'esplosione è tale che viene registrata dai sismografi dell'Istituto nazionale di geofisica. Stesso liceo, stessa laurea. Due fantagenitori: guarda tutti gli episodi in streaming! Era uno che amava stare sui libri ma anche dare una mano a chi non ce la faceva: alla scuola elementare la casa di Paolo, il pomeriggio, si riempiva di ragazzini che aiutava a fare i compiti. Improvvisamente, l’inferno. Il 19 Falcone era sempre più isolato. Per sostituirlo, il Consiglio superiore della magistratura (Csm) scelse Antonino Caponnetto, 63 anni. Ascesa e declino di Sparta, la polis greca che dominò il Peloponneso con la sua incredibile forza militare e un'organizzazione sociale che forgiava soldati e cittadini pronti a tutto. nel 1983 anche Rocco Chinnici viene assassinato dai mafiosi. A Palermo avevano l’ufficio uno accanto all’altro: Giovanni amava collezionare papere di legno che Paolo gli faceva sparire per poi chiedere, per gioco, un riscatto. I due si erano conosciuti durante una partita a calcio all’oratorio. entrato anche lui all'Ufficio La paura di altri attentati era forte. Lo scontro con Meli raggiunse livelli altissimi in seguito all'inchiesta sulle confessioni del pentito Antonino Calderone: Meli voleva dividere il processo tra 12 procure diverse (secondo la competenza territoriale) mentre Falcone insisteva che dovesse occuparsene il pool (per non disperdere le indagini, dal momento che unica era l'origine mafiosa). Sull'altare, piangendo, urlò ai mafiosi: «Io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare...». Walter Eddie Cosina, 31 anni, Norwood (Australia). E sul luogo della strage comparve un cartello: "Qui muore la speranza dei palermitani onesti". Sconfitto nel maxi-processo che gli costò l'ergastolo, Totò Riina volle vendicarsi, tanto per cominciare, di chi non gli aveva garantito l'impunità: il 12 marzo 1992, a Mondello, la spiaggia dei palermitani, fu assassinato Salvo Lima, capo della corrente andreottiana in Sicilia. quando è trasferito a Roma progetta Scopri il mondo Focus. Per disinnescare la possibile influenza di quest'ultimo sull'esito finale del maxi-processo, inoltre, Falcone ideò la rotazione dei giudici della Corte suprema. Si andava dalla revisione della sentenza del maxi-processo all'annullamento del 41 bis (l'articolo di legge sul carcere duro per i mafiosi), fino alla riforma della legge sui pentiti. precedenti si era combattuto - e vinto - il terrorismo. Ma Per il primo le scuole secondarie furono particolarmente importanti: grazie al suo professore di storia e filosofia, Franco Salvo, imparò a sfuggire ai dogmi e a coltivare il dubbio, fino ad abbandonare il rito della messa domenicale con la madre. Ma grazie alla capacità dei magistrati di indagare e all'intelligenza A scuola Paolo non sbagliava un colpo. Era padre di due figli piccoli. Fu uno dei momenti di maggiore amarezza per i due magistrati. Dopo la strage di Capaci fu assegnata al nucleo scorte di Palermo. esserne il Direttore. Di nuovo insieme. «Senza Paolo», ricorda Ignazio De Francisci, uno dei nuovi membri del pool, «si accentuò la distanza tra noi e Falcone. Era il primo passo verso la strage di Capaci del 23 maggio, nella quale persero la vita, oltre a Falcone, anche la moglie Francesca Morvillo – che aveva sposato nel 1986, dopo il divorzio da Rita – e tre uomini della scorta. Lo Ma cercheranno di distruggerla fisicamente e professionalmente. Un lavoro fatto soprattutto grazie al rapporto con i pentiti, uomini che scelgono di abbandonare la mafia per collaborare con la Giustizia. In un'intervista all'Unità disse: «Hanno tolto a Falcone la titolarità delle grandi inchieste antimafia. © 2016 Mondadori Scienza Spa | P.IVA 09440000157 | Capitale Sociale : € 2.600.000 i.v. sereno. periodo, un gran numero di mafiosi finisce in galera. Così, un po' alla volta, il magistrato si emancipò definitivamente dalla famiglia (tanto che la sorella Anna raccontò di averlo ritrovato "comunista") e cominciò a entrare in contatto con la realtà della mafia. Sembra la Come se ci conoscessimo da una vita, e invece non ci conoscevamo affatto.». Caponnetto si rese conto della necessità di costituire un pool di magistrati per frazionare i rischi dei singoli e avere una visione unitaria del fenomeno mafioso. IN ESCLUSIVA PER VOI FOCUSINI ECCO GLI EXTRA DI FOCUS JUNIOR N. 169! «Mi hanno ammazzato un fratello», disse Borsellino in quell'occasione, e si mise a indagare sull'omicidio. Nello stesso libro, Falcone mette in evidenza l'importanza storica delle confessioni di Buscetta: «Prima di lui non avevamo che un'idea superficiale del fenomeno mafioso. E qualche tempo dopo si aggiunse Leonardo Guarnotta, uno dei procuratori con più anni di esperienza. Il 19 luglio faceva molto caldo a Palermo. Le immagini di quei due corpi riversi uno sull'altro dentro un'A112 bianca, crivellati di colpi, sono rimasti per sempre nella mente di molti. La "guerra" finì nel 1983, ma già l'anno prima la violenza dei corleonesi si era rivolta contro lo Stato: la mattina del 30 aprile 1982 Pio La Torre, segretario regionale del Partito comunista e membro della Commissione antimafia, fu ucciso a Palermo mentre si recava in auto alla sede del partito. E Totò Riina non perdonò. Il magistrato decise di andare a trovare la madre in via D'Amelio. I corleonesi sono stati disarticolati, ma la lotta alla mafia è ancora lunga. Leggi il nostro approfondimento. Inoltre il governo approvò un piano di Falcone per riorganizzare la lotta a Cosa Nostra. «È tutto finito», fu il commento di Antonino Caponnetto. Falcone, scortato come sempre, arriva a Marsiglia nel 1986 per incontrare i colleghi che stavano indagando sulla cosiddetta Pizza Connection. fine di un'esperienza che stava dando qualche risultato. Da piccoli si incontravano nel quartiere arabo di Palermo. Vuoi saperne di più sulla mafia? Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma, A undici anni dalla loro morte, un ricordo dei giudici Falcone e Un'altra sconfitta arrivò quando il governo nominò Domenico Sica alto commissario per la lotta antimafia, bocciando la sua candidatura. alla fine degli anni Cinquanta - Paolo Borsellino si iscrive al So benissimo che fare l'agente di polizia in questa città è più difficile che nelle altre, ma a me piace». Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno avuto un’esistenza legata dall’inizio alla fine, tenuta insieme dallo stesso destino. 475 imputati, 360 condanne: il maxiprocesso fu il più grande attacco a Cosa Nostra in Italia. Abitavano a poche decine di metri di distanza l'uno dall'altro e furono amici fin da bambini: si ritrovavano a giocare in piazza della Magione. Non vuole la rituale parata dei politici. La famiglia Borsellino, in polemica con le autorità, non accetta i funerali di Stato. 1984: Tommaso Buscetta, pentito di mafia, torna dal Brasile dopo l’estradizione nel nostro Paese. Borsellino invece optò subito per gli studi di Legge, ma mentre frequentava l'università gli morì il padre, e le condizioni economiche della sua famiglia peggiorarono. Da Palermo a Roma. di Falcone nel ricostruire la "geografia mafiosa" di quel Il 29 luglio 1983 il passo successivo: un'autobomba ammazzò Rocco Chinnici, capo dell'Ufficio istruzione di Palermo. Il primo a essere scelto fu proprio Falcone, che già all'epoca era un protagonista della lotta a Cosa nostra. Falcone e Borsellino: tesina PAOLO BORSELLINO: RIASSUNTO BREVE. Il motivo? Da molti anni garantiva la sicurezza dei magistrati, si era appena risposato e aveva 2 figli. Borsellino fu avvisato della trattativa da Liliana Ferraro, che aveva sostituito Falcone alla Direzione affari penali del Ministero, e sicuramente lui si oppose, firmando per sé una condanna a morte. Rocco Di Cillo, 30 anni, di Triggiano (Bari). E perché sono stati uccisi in modo così efferato? E da quel giorno, disse lo stesso Caponnetto, «Falcone ha iniziato a morire». Falcone si candidò allora al Csm, ma non fu eletto. Era a disposizione e fu aggregata alla scorta all'ultimo minuto. Il maxi-processo, con ben 475 imputati, fu il più grande attacco alla mafia mai condotto in Italia. Voleva parlare solo con Falcone. Quel giorno l'anzianità vinse sulla competenza: Meli, infatti, aveva scarsa esperienza in fatto di processi di mafia. E gli disse: «Cercheranno di distruggerla». Per Falcone fu un periodo molto duro e maturò allora la scelta di accettare la proposta del nuovo ministro della Giustizia, Claudio Martelli, lasciando Palermo per la direzione degli Affari penali a Roma. Biografia. Paolo Borsellino e Giovanni Falcone erano due magistrati, due uomini che negli anni Ottanta quando ancora non si conosceva nulla della mafia hanno scoperto i segreti di questa organizzazione. luglio dello stesso anno un'autobomba esplode sotto casa di sua madre Vito Schifani, 27 anni, di Ostuni (Brindisi). La scena che si presenta ai soccorritori è devastante. alla sua prima indagine sulla mafia e nel 1980 fa arrestare un primo Su consiglio di Falcone, fu scelto anche Borsellino. Era un veterano dell'Ufficio scorte. Fin da piccolo amava le storie dove il bene prevale sul male: la sua preferita era “I tre moschettieri”. Per rispondere alla violenza mafiosa, il governo inviò in Sicilia come prefetto antimafia il generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, protagonista della lotta al terrorismo delle Brigate rosse. Falcone e Borsellino sorridenti durante un dibattito a Palermo nel 1992. Una vittoria pagata cara. Agente scelto, neo-padre. Era entrato nel gruppo dopo la strage di Capaci per sostituire i colleghi caduti. Vi andò dopo la maturità classica, ma poi cambiò idea e si iscrisse a giurisprudenza. Anche Falcone si laureò a pieni voti. Ebbe inizio il 10 febbraio 1986, ma a maggio Paolo Borsellino fu nominato procuratore della repubblica a Marsala (Trapani). E soprattutto hanno dimostrato che lavorare insieme può essere un’arma vincente. L'immagine di Rosaria ai funerali è rimasta nella memoria di molti. Alle elezioni di giugno il partito socialista aveva raddoppiato i suoi voti e il nuovo ministro della Giustizia, Giuliano Vassalli, si era dichiarato contro il programma di protezione dei pentiti. Quando Falcone lavorava a Roma seguiva altre personalità, ma non mancava mai all'appuntamento quando il magistrato tornava in Sicilia nel weekend. I suoi genitori possedevano una farmacia in via della Vetreria, e anche per questo il padre era un'autorità nel quartiere. Era sposato e aveva un bimbo in tenera età. A proprie spese. Non era ancora costretto a vivere sotto scorta, quindi trovò il tempo per dedicarsi ad alcune attività sociali e si impegnò a favore del referendum sul divorzio. Per l'austero padre, viaggi e villeggiatura non esistevano. E alle esequie degli agenti di scorta una dura contestazione accoglie i vertici istituzionali. Era la fine del pool: Falcone chiese di essere destinato ad altro ufficio e fu nominato procuratore aggiunto presso la Procura della repubblica. Sorella di Alfredo Morvillo, sostituto procuratore che fece parte del pool antimafia, aveva conosciuto Falcone a Palazzo di Giustizia e lo aveva sposato nel 1986. «Quello che mi colpì della telefonata di Giovanni», avrebbe poi raccontato Caponnetto nel libro Nella terra degli infedeli, di Alexander Stille, «fu il tono assolutamente confidenziale e amichevole che usò nei miei confronti. All'inizio sognava di tornare a casa, poi decise di rimanere e aprì un piccolo negozio di detersivi per la moglie. Simboli della lotta alla mafia, i due si conoscono da bambini. Quella domenica non doveva essere lì. Pochi giorni prima aveva dichiarato: Non sono né un eroe né E, con questo, Caponnetto ritenne chiusa la sua esperienza palermitana. E Riina era il loro capo. «Tra il settembre 1984 e il maggio 1985 avevamo il massimo della tensione e dell'appoggio», ricordò Borsellino nel libro I disarmati, di Luca Rossi: «Si sentiva una particolare atmosfera di consenso anche tra i colleghi del Palazzo di Giustizia. Nel frattempo però, nell'ombra, Totò Riina stava preparando un'estate di sangue. scelta: il suo comportamento è sempre stato così onesto e pulito che Tutto questo ebbe enormi riflessi anche all'interno del Csm, che il 19 gennaio 1988 nominò Antonino Meli capo dell'Ufficio istruzione di Palermo, bocciando Falcone. «Uccisero Cassarà», affermò Borsellino ne I disarmati, «e venne fuori che la Mobile non esisteva, che non era una struttura ma un impegno di pochi. Il processo Spatola mise tra l'altro in luce le qualità di Falcone, che accompagnò l'istruttoria con indagini bancarie e societarie: un metodo di indagine innovativo che si rivelò efficacissimo. Dietro le quinte, intanto, circolava un "papello", un documento nel quale Totò Riina avanzava 12 richieste allo Stato. Paolo e Giovanni erano riusciti a vincere la loro battaglia: avevano fatto arrestare centinaia di questi “cattivi”. Entrambi nascono a Palermo a pochi mesi l’uno dall’altro: Giovanni il 20 Maggio del 1939, Paolo … Borsellino. Ma i due magistrati non Falcone, grazie all’interpretazione dei segni, dei gesti, dei messaggi e dei silenzi degli uomini di Cosa Nostra è riuscito a decifrare il loro “linguaggio”, il loro modo d’agire. Lettere anonime lo accusarono di una gestione discutibile del pentito Salvatore Contorno, e nel giugno del 1989 fu sventato un attentato ai suoi danni. 1988 collabora Se chiedete a mamma e papà si ricorderanno sicuramente dov’erano e cosa stavano facendo quel 23 maggio e quel 19 luglio 1992. Pochi mesi prima era morto il padre, Diego. Cosa posso comprare nel mondo con un euro? Risultato: il 29 settembre 1984 vennero spiccati 366 mandati di arresto. Falcone si era accorto che spesso gli indagati e i membri delle cosche sotto inchiesta venivano uccisi o sparivano misteriosamente. Paolo Borsellino e Giovanni Falcone erano due magistrati, due uomini che negli anni Ottanta quando ancora non si conosceva nulla della mafia hanno scoperto i segreti di questa organizzazione. Meli cominciò subito ad assegnare a magistrati esterni al pool le inchieste di mafia, e sul tavolo di Falcone e dei suoi colleghi piovvero invece indagini per borseggi, scippi, assegni a vuoto. Nel frattempo Paolo aveva cominciato la sua carriera al tribunale civile di Enna come uditore giudiziario. Paolo Borsellino nacque nel 1940 a Palermo ed è stato anche lui un magistrato vittima della mafia. tutta la lotta alla mafia che si svolge in Italia. FUAN, un'organizzazione politica di estrema destra. Dopo il maxi-processo: il sorriso di Borsellino (al centro) tra Falcone e (a destra) Antonino Caponnetto. La loro vita finì ancora una volta insieme, tra la primavera e l’estate di ventisette anni fa. Ma loro no. Nel 1992 furono entrambi uccisi. In casa Borsellino, invece, l'ambiente era più vivace: c'erano spesso amici in visita e si discuteva di libri e di filosofia. I "viddani" di Corleone. Nello stesso anno il capitano Basile viene Sentì pentiti importanti, viaggiò in continuazione – lui che aveva paura dell'aereo – ed ebbe un incontro (dal quale uscì turbato) con il ministro dell'Interno Nicola Mancino, che però ha sempre dichiarato di non ricordare quel colloquio. Bionda, fisico minuto, è stata la prima donna a entrare a far parte di una scorta assegnata a obiettivi a rischio e la prima a morire. Dopo la strage di Capaci aveva chiesto di andare come volontario a Palermo nell'Ufficio scorte. Ancora una volta vinse Meli. Iniziò a collaborare, ma voleva parlare solo con il numero uno del pool palermitano: Giovanni Falcone. gruppo di sei mafiosi. Continua a lavorare Seguono giorni convulsi. Cassarà - stretti collaboratori di Falcone e Borsellino - sono Negli anni nuovi colpi di scena hanno aperto squarci di luce su queste vicende su cui però non c'è ancora completa chiarezza. Giovanni e Paolo frequentarono tutti e due il liceo classico. Con un decreto da lui ideato, infatti, tornarono in carcere gli imputati di Cosa Nostra scarcerati da una sentenza di Corrado Carnevale, il presidente della prima sezione penale della Corte di Cassazione, soprannominato "ammazzasentenze".
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