La lotta di Giacobbe con Dio: un grande abbraccio d’amore. E in seguito «il sole si alza». Come se Dio desiderasse concedersi a noi, benedirci della pienezza di se stesso — ma noi dovremmo dapprima superarlo? 31 Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel “il volto di Dio“ «Perché – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD. Guardare immagine sopra. E, ha precisato il Papa, “non è la benedizione ghermita con inganno, ma quella gratuitamente donata da Dio, che Giacobbe può ricevere perché ormai solo, senza protezione, senza astuzie e raggiri, si consegna inerme, accetta di arrendersi e confessa la verità su se stesso”. Era uno di quelle grandi figure, gli uomini erano pieni di forza terrena e comunque trattavano con Dio. E quando Giacobbe chiederà a sua volta il nome al suo contendente, questi rifiuterà di dirlo, ma si rivelerà in un gesto inequivocabile, donando la benedizione”. 24 Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare anche tutti i suoi averi. Ultimo libro di Mauro Biglino: Le porte degli Elohim. La notte di Giacobbe al guado dello Yabboq diventa così per il credente “un punto di riferimento per capire la relazione con Dio che nella preghiera trova la sua massima espressione. Tutto è potente e in ciò c’è Dio. Nel corso della nostra vita ci penseremo e capiremo pezzo per pezzo. Non sempre l’angelo compare nella Bibbia ebraica con il suo nome caratteristico “mal’ak“, cioè “inviato, messaggero”, ma a volte appare semplicemente come “uomo” “’isc“, ed è il contesto che ci fa capire che si tratta di uno di quegli esseri misteriosi attraverso cui si attua la presenza di Dio negli eventi umani. Conoscere il nome vuol dire allora conoscere la verità dell'altro e questo consente di poterlo dominare. E disse: “Lasciami andare! “Qui – ha chiarito il Santo Padre - la lotta subisce una svolta importante. Dio lo riporta alla sua verità di mor-tale che trema. “Le spiegazioni che l'esegesi biblica può dare riguardo a questo brano sono molteplici”, ma “quando questi elementi vengono assunti dagli autori sacri e inglobati nel racconto biblico, essi cambiano di significato e il testo si apre a dimensioni più ampie”, ha chiarito Benedetto XVI. Giacobbe infatti, anziché seguire i suoi al di là dal fiume, si trattiene nel silenzio e nella solitudine della riva ormai rimasta deserta e, nel buio della notte, si trova a lottare con un uomo. Do il mio consenso affinché un cookie salvi i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento. Che il Signore ci aiuti a combattere la buona battaglia della fede e a chiedere, nella nostra preghiera, la sua benedizione”.Sir. Sente che qualcosa si avvicina. Hai lottato con Dio e con gli uomini e hai riportato la vittoria”. 27 Quegli disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Quindi Giacobbe fece questa richiesta: “Rendi noto il tuo nome!”. E se l'oggetto del desiderio è il rapporto con Dio, la sua benedizione e il suo amore, allora la lotta non potrà che culminare nel dono di se stessi a Dio, nel riconoscere la propria debolezza, che vince proprio quando giunge a consegnarsi nelle mani misericordiose di Dio”. Lotta di Giacobbe con l’angelo di Eugène Delacroix interpreta un brano della Genesi nel quale il protagonista si misura direttamente con Dio.. Eugène Delacroix, Lotta di Giacobbe con l’angelo, 1849-1861, olio e cera su intonaco.Parigi, Chiesa di Saint Sulpice. In tutte le cose che ci capitano; in tutti gli avvenimenti che accadono; in tutti gli uomini che arrivano. Rispose: «Giacobbe». La ricompensa della lotta è però un nuovo nome e la benedizione di questo da parte dell’uomo. Alla fine della lotta, Giacobbe, che “con l'inganno aveva defraudato il fratello della benedizione del primogenito”, “ora la pretende dallo sconosciuto, di cui forse comincia a intravedere i connotati divini”. Ciò che succede è enigmatico come «l’angelo del Signore»: appartiene al mondo, è terreno, eppure c’è dentro Dio. Tribunale di Firenze n. 3184 del 21/12/1983, Edito da Toscana Oggi Società Cooperativa – P.I. Come combattente e vincitore Dio vuole l’uomo, la sua creatura. 30 Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome». Disse: “Non ti lascio finché non mi benedici!” Gli disse: “Come ti chiami?” Egli rispose: “Giacobbe”. Egli disse: “Che cosa mi chiedi del mio nome?” Allora lo benedisse. Lotta di Giacobbe con l’angelo a Peniel 24 Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino all’apparire dell’alba; 25 quando quest’uomo vide che non poteva vincerlo, gli toccò la giuntura dell’anca, e la giuntura dell’anca di Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui. “L'episodio della lotta allo Yabboq si offre così al credente come testo paradigmatico in cui il popolo di Israele parla della propria origine e delinea i tratti di una particolare relazione tra Dio e l'uomo”, ha aggiunto. Gen 32,23-33: Giacobbe lotta con Dio Brano misterioso e affascinante1 “Incontriamo qui uno dei brani più misteriosi e affascinanti della Bibbia, posto al crocevia geografico-esistenziale della storia di Giacobbe”2. _Hasync.push(['Histats.track_hits', '']); Il racconto raccoglie elementi tradizionali Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. Si muoverà e sprigionerà la verità. Giacobbe lavora tutto il giorno e alla fine è stanchissimo, spossato. Deve accogliere Dio come «benedizione» e nella forma del «nome» attraverso la lotta. Grazie per l’attenzione. Ma è proprio solo un uomo? L’aurora sta risuonando!”. Poi vedremo «faccia a faccia». Il nome Giacobbe richiama il verbo “ingannare, soppiantare”. Non solo: “Giacobbe, che riceve un nome nuovo, diventa Israele, dà un nome nuovo anche al luogo in cui ha lottato con Dio, lo ha pregato, lo rinomina Penuel, che significa ‘Volto di Dio'”. Ci si riflette, lo si tira fuori e vi si trova sempre ancora qualcosa in più. var scpt = document.getElementsByTagName('script')[0]; Forse non lo si capisce, oppure si sente che è pieno della realtà più sacra. _Hasync.push(['Histats.start', '1,4294753,4,424,112,75,00011111']); La lotta è meravigliosa: l’uomo non riesce a sconfiggerlo, ma basta che gli tocchi l’anca ed è lussata. Il capostipite del popolo di Israele, infatti, non vive Dio come un padre buono, ma come un giudice intransigente, che dona la sua benedizione a chi combatte per averla, non a chi la implora. E tuttavia non possiamo aspettarci nient’altro se non che l’uomo» ci tocchi l’anca e ci paralizzi... Ma succederà anche che «il sole si elevi sopra di noi...». In questa forma si entra misteriosamente: a volte sembra essere una creatura, a volte sembra Dio stesso e alcuni pensano che sia il Figlio. Cosa ne pensi? E il sole si alzò...» (Genesi 32, 23-33). Giacobbe ha paura, manda via i suoi familiari... rimane tuttavia li da solo nella notte. Ma c’è di più. No perché alla fine della vicenda Giacobbe conclude di “aver visto Dio” e si stupisce di essere ancora in vita, perché nessuno può vedere Dio faccia a faccia e restare vivo ( Es 33,20). 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