La decorazione s’interrompe nel mezzo, lasciando posto a due candelabri d’argento, dello stesso tipo di quelli precedentemente descritti, sormontati da lucerne bilicni d’oro, e muniti di ganci da cui pendono sottili e leggere infule. Oltre agli esemplari rimasti accoppiati con i loro pendant alla Staatsgalerie[2] di Stoccarda e alla Narodni Galerie[3] di Praga sono visibili altri due esemplari autografi isolati, uno al Museu de Arte de São Paulo[4] e l'altro alla Pinacoteca di Brera[5], ed una copia di bottega al Fogg Art Museum[6] di Cambridge. Mele 2011 = A. Mele, Intervento, in La vigna di Dioniso: vite, vino e culti in Magna Grecia, ACSMGr XLIX, 2009, Taranto, Taranto, 2011, p. 50. Belayche 2003 = N. Belayche, En quête de marqueurs des communautés « religieuses » gréco-romaine, in N. Belayche, S.C. Mimouni (a cura di), Les communautés religieuses dans le monde gréco-romain. Papadopoulos 1985 = J. Papadopoulos, I rilievi funerari, in Napoli antica 1985, p. 293-298. Arianna, che per Teseo aveva tradito il padre Minosse e fatto uccidere il mostruoso, ma pur sempre fratello, Minotauro, lasciò Creta e si imbarcò con Teseo alla volta di Atene. Elia 1937 = O. Elia, Necropoli dell’agro campano e atellano – Frignano, Aversa, S. Antimo, in NSc, 1937, p. 101-123. n. 124682) By MUSSO L. Topics: SARCOFAGO, DIONISO, ARIANNA . Fig. Und wie verhält sich nun Ariadne – diesem ekstatischen Gott gegenüber, dessen Mission es zu sein scheint, die Menschen – und insbesondere die. Peterson 1919 = R. M. Peterson, The cults of Campania, Roma, 1919. 34Siffatte forme di religiosità salvifiche diventano ancora più esplicite in alcuni miti collegati all’escatologia funeraria, non estranee al contesto di Neapolis. A polytheistic perspective, in Schlesier 2011, p. 23-46. Cantilena – Giove – Rubino 1986 = R. Cantilena, T. Giove, P. Rubino, Didrammi e frazioni d’argento, in La monetazione di Neapolis nella Campania antica, Atti del VII Convegno del CISN, Napoli, 20-24 aprile 1980, Napoli, 1986, p. 101-218. 50Prescindendo da improbabili precisi riferimenti di carattere epigrafico, è ipotizzabile comunque che gli ipogei di Neapolis originariamente accolsero personaggi dell’élite urbana coinvolta nell’economia del vino, cui allude il culto dionisiaco. 23Della tomba di S. Maria la Nova, attualmente non accessibile, rimangono gli acquerelli della pubblicazione del Gabrici (fig. Figlia del re Minosse e di Pasifae, sposò Dioniso ed ebbe i figli Stafilo, Enopione, Pepareto e Toante.. Mitologia [modifica | modifica wikitesto]. 0000013459 00000 n De Petra 1898 = G. De Petra, Di un antico ipogeo scoperto a Napoli, in MonAnt VIII, 1898, col. 217-232. Sabetai 2011 = V. Sabetai, Eros reigns supreme: Dionysos’ wedding on a new krater by the Dinos painter, in Schlesier 2011, p. 137-160. Valenza Mele 1989, p. 19-21. Grassigli 1999 = G.L. Dopo la sua ascesa al cielo, il dio Dioniso rapisce Arianna a Nasso (mito del Minotauro) Con questo video, apriamo la sezione Introduzione al pensiero greco, esplorando il mito ed i significati legati alla figura divina di Dioniso, il dio dell'ebrezza e della mistica. Contaminazioni: forme di contatto, traduzione e mediazione nei sacra del mondo greco e romano. Portale, Ideologia regale ed «imagerie» ellenistica: osservazioni sul banchetto e l’iconografia funeraria dell’alto ellenismo, in M. Caccamo Caltabiano, C. Saccuia, E. Santagata (a cura di), Tyrannis, Basileia, Imperium, Atti delle giornate in onore di N. Consolo Langher (Messina, 17-19 dicembre 2007), Messina, 2010, p. 219-251. 106-111; p. 173-178, fig. Bragantini 2010 = I. Bragantini (a cura di), Atti del X Congresso internazionale dell’AIPMA (Napoli, 17-21 settembre 2007), I, Napoli, 2010 (AnnOrNapArch XVIII-1). Wenn du die Website weiter nutzt, gehen wir von deinem Einverständnis aus. Contaminazioni: forme di contatto, traduzione e mediazione nei sacra del mondo greco e romano. Arianna diede a Teseo un gomitolo di lana (il proverbiale filo d'Arianna) per poter segnare la strada percorsa nel labirinto e quindi uscirne agevolmente. Fig. Diadema in lamina d’oro. The M.P. ; Guidone c.s. A terra si vedono una pera, melagrane, fico ed un ramoscello d’ulivo; a terra ed in volo, colombe. ; Jaccottet 2016, p. 80, la quale osserva che sarebbe illusorio cercare di ricostruire “il rituale” misterico dionisiaco, non per assenza di documentazione, ma per l’assenza di un concetto rituale unificato. Arianna, abbandonata da Teseo, consolata e beatificata dall’amore del dio partecipa al dono dell’immortalità (Hes., Th., 947-949) e diviene simbolo dell’unione mistica col dio e della salvezza dovuta al suo amore:38 il diadema d’oro creato da Efesto e donatole in occasione delle nozze da Dioniso, trasformato in costellazione, brilla in cielo (Eratosth., Cat., 5).39, 19Nelle aree geografiche di diffusione dell’iconografia in questione è ben attestato epigraficamente il culto di Dioniso nella sua dimensione ctonia. a.C.: Pfuhl 1923, p. 900-903; Helly 1992; Huber 1997, p. 90-93; Steingräber 2000, p. 100-102; Rouveret 2007; Guimier Sorbets 2012. 1. Cfr. Buchner 1997 = S. Buchner, Mamarkos nell’onomastica greco-italica e i nomi italici del padre di Pitagora, in AnnOrNapoli, n.s., 4, 1997, p. 161-172. Cfr. Ne sono stati rinvenuti esemplari nella Grecia settentrionale e nell’area del Mar Nero ed in Italia meridionale presso esponenti delle aristocrazie magno-greche ed italiche, che la adottarono quale simbolo di «status»: cfr. Secondo quanto osserva la Jaccottet, «il prisma dionisiaco aiuta a percepire, attraverso la plasticità delle sue manifestazioni, l’iscrizione fondamentale dei misteri antichi in un quadro ed una concezione politeista» (Jaccottet 2016). Tutti gli esemplari menzionati, che derivano dall’assemblaggio di diverse matrici, sembrano avere come capofila l’esemplare di Ilgardere, il quale fu realizzato per primo, quando lo stampo non era ancora usurato: Scatozza 2010, p. 111, fig. Miranda 1995 = E. Miranda, Iscrizioni greche d’Italia, Napoli, 2, Roma, 1995. 11; Clinton 1992, fig. Calame 2008a = C. Calame, Identités lumineuses, espaces rituels, objets textuels : itinéraires initiatique dans les lamelles funéraires d’or, in S. Estienne, D. Jaillard, N. Lubtchansky, C. Pouzadoux (a cura di), Image et religion dans l’antiquité gréco-romaine, actes du colloque de Rome, 11-13 décembre 2003, Napoli, 2008, p. 153-164. Gräpler 2002. RVAp I = A. D. Trendall, The red-figured vases of Apulia, I, Early and Middle Apulien, Oxford, 1978. Capaldi – Zevi 2017 = C. Capaldi, F. Zevi (a cura di), La Collezione epigrafica, Museo archeologico nazionale di Napoli, Milano, 2017. 0000002833 00000 n La menzione in un’iscrizione neapolitana del 71 d.C. del mese Lenaiòn (Miranda 1990, n. 85) riporterebbe al vino di gennaio e quindi al vino nuovo: Breglia 2009, p. 266. a p. 92), Andriuolo 84 (ibid., p. 334, fig. Freu mich richtig, wenn ich deine Kommentare lese. 7). Ai piedi, un grosso cratere. In seinem Thiasos (Gefolge) sind befinden sich neben Leoeparden, Nymphen, Bakchen und Silenen auch die lüsternen Satyre – … V (ghirlande a festoni); Mazzei 1998; Steingräber 2000, p. 119 sq. Le telette si riferiscono alla versione della leggenda secondo cui Arianna, abbandonata da Teseo a Nasso, venne raggiunta e salvata da Bacco/Dioniso. Arrigoni 2018 = G. Arrigoni, Dei e piante nell’antica Grecia, Bergamo, 2018. Die Insel Kreta ist die größte griechische Insel. Dein zweiter Satz ist mir gestern abend noch durch den Kopf gegangen. Alle sue spalle siede Theos ovvero l’Hades eleusinio e fra le due divinità assise è raffigurato un personaggio maschile identificato come Hermes o come Eubuleus, mentre la figura maschile alle spalle della divinità in trono, vestita di nebride e calzata di embades, è Dioniso ovvero Iakchos. Il diadema appartiene ad una «parure» di gioielli comprendente, oltre al diadema, un paio di orecchini, un elaborato «collier» ed una collana più semplice, un anello e sette fiori in lamina d’oro che decoravano verosimilmente un velo. Rescigno 2010 = C. Rescigno, Metope dipinte con Centauromachia da un tempio cumano di epoca sannitica, in Bragantini 2007, p. 15-28. Nella toreutica la diffusione di alcuni motivi, presenti su vasellame macedone in metallo, soprattutto la «Rankenornamentik», rivela una forte influenza tarantina: cfr. Zur mythologischen Differenz des Dionysos, in Dionysos 2011, p. 85-104. 34 Byvanck Quarles van Ufford 1966, p. 34 sq. a.C.107 In realtà risale con certezza alla fine del IV secolo a.C. unicamente l’iscrizione dipinta relativa ad Epichares nell’ipogeo di Via Foria.108, 48L’ipogeo D, appartenuto a Mamarchos, costantemente menzionato, verosimilmente fu un sepolcro gentilizio. Cassola 1986 = F. Cassola, Problemi di storia neapolitana, in Neapolis, ACSMGr XXV, Taranto 1985, Taranto, 1986, p. 37-81. Un fregio dipinto corre in alto sulle pareti e lungo i lati del frontone d’ingresso e di quello di passaggio alla camera inferiore: grifi trionfanti ad ali spiegate si alternano ad elementi floreali e a testine maschili e femminili, con piccole apofisi sul capo in verde cupo (foglie di edera, piuttosto che ali).8, 6Nella camera inferiore su tre lati sono allineati otto sarcofagi (vuoti all’interno e coperti da lastre di terracotta), sagomati all’esterno sotto forma di kline scolpita, con materassi e doppi cuscini e piedi dipinti, che riproducono la decorazione di piedi di troni e di klinai di IV sec. 8 Valerio 2007, p. 151-155, fig. 42 I candelabri dipinti dell’ipogeo C, dell’ipogeo di Via Foria e Vico Traetta richiamano esemplari reali deposti nella «tomba della principessa» (Andronikos 1984, fig. Die nebenstehende Abbildung zeigt – Athene stehend und Theseus liegend – im Arm die schlafende Ariadne. Détienne 2001 = R. Détienne, Forgetting Delphi between Apollo and Dionysos, in ClPhil, 96, 2001, p. 147-158. 3-4). die Länder der den Griechen bekannten Welt an. 52 I banchetti dell’aldilà, ai quali prendono parte le anime incoronate, hanno lasciato traccia anche nella letteratura, in associazione con contesti misterici (Pl., R., 2, 263): è ben noto il passo dove Platone scrive che «Museo e suo figlio [Orfeo]» riservavano alle anime dei giusti di partecipare «coronati ed ebbri» ai «banchetti degli uomini pii». Aber die eine Quelle sagt dann halt, sie ist eine Göttin und die andere nicht. Jacquemin 1999 = A. Jacquemin, Offrandes monumentales à Delphes, Atene, 1999 (Bibliothèque de l’École française d’Athènes et de Rome, 304). a.C.), Roma, 2014. 106 IG XIV, 894. Scatozza 1984, p. 594, tav. Galante 1893-1896 = A. Galante, Il sepolcreto greco ritrovato sotto il palazzo Di Donato in Via dei Cristallini ai Vergini, in AttiAccNapoli, 17, 1893-1896, p. 5-24. 55 Levi 1926, c. 386-387, tavola a colori. Del tutto particolari sono le quattro tombe di via dei Cristallini ed uno degli ipogei di S. Maria Antesaecula, costituiti da due camere sovrapposte: la camera superiore, nella quale si apre l’accesso a quella sottostante, presenta lungo le pareti un bancone e sulla parete di fondo una trapeza, lasciando intendere che inizialmente era destinata alle offerte e alle cerimonie funebri. 95 Numerosi sono i confronti con steli funerarie dipinte di III sec. 22 New York, Metropolitan Museum, 06.1217.1. Zusammen zogen Dionysos und Ariadne mit ihrem Gefolge durch Griechenland, Asien – bis hoch nach Mitteleuropa. Giangiulio c.d.s = M. Giangiulio, Memorie coloniali euboiche, in Pithekoussai tra Oriente e Occidente, Congresso internazionale (Lacco Ameno, 14-17.5.2018), c.d.s. Dagli amori di Dioniso e Arianna nacquero Toante, Stafilo, Enopione e Pepareto. Jaccottet 2016 = A.-F. Jaccottet, Les Mystères dionysiaques pour penser les mystères antiques ?, in Metis, 14, 2016, p. 75-84. De la dissidence des vivants à la ségrégation des morts, in O. Cazanove (a cura di), L’association dionysiaque dans les sociétés anciennes, Actes de la table ronde (24-25 mai 1984), Roma, 1986, p. 227-246. 18In area ionico-asiatica e macedone, da tempo è stato riconosciuto il carattere escatologico delle iconografie del gruppo dei diademi Abydos-Madytos, riconducibili ad un ambito funerario. Macedonia antica c.d.s. ; Mele 1985, p. 105; Miranda 1990, n. 3 e 4), ricordato anche da Macrobio (Sat., 1, 18, 9): la Breglia lo ha ricollegato al Dionysos Melaignis, che avrebbe avuto un peso determinante nelle Apaturie, attestate epigraficamente in Eubea, nelle quali un bambino era presentato alla fratria: Breglia 2009, p. 265-268. Marta Bottos, Dioniso e Arianna a colloquio. Arianna, abbandonata da Teseo, consolata e beatificata dall’amore del dio partecipa al dono dell’immortalità (Hes., Th., 947-949) e diviene simbolo dell’unione mistica col dio e della salvezza dovuta al suo amore:38 il diadema d’oro creato da Efesto e donatole in occasione delle nozze da Dioniso, trasformato in costellazione, brilla in cielo (Eratosth., Cat., 5).39 IV.2, sigle sulle monete di Napoli e sui bolli di anfore greco-italiche); Pugliese 2014, p. 144. Baldassarre 1998 = I. Baldassarre, Documenti di pittura ellenistica da Napoli, in Peinture hellénistique 1998, p. 95-159. [7], Nei quattro autografi presenti nei musei sono riscontrabili soltanto minime differenze: nel volto di Arianna, nel disegno delle fronde e delle nuvole, nei panneggi delle vesti di Arianna e Bacco e in quello della tenda. Vita religiosa e cultura letteraria, filosofica e scientifica, 3, Milano, 1988, p. 159-170. Nella scena centrale è raffigurata la riunione di Demetra con Kore, come nell’hydria citata: Demetra vi compare anche in questo caso due volte, mentre Kore una sola volta, di ritorno dall’oltretomba. Gödde 2011 = S. Gödde, “Fremde Nähe”. Deshalb war ich froh als ich eine Zeichnung fand, auf der Athene dem liegenden Theseus Weisung gibt, Ariadne auf Naxos zu lassen. Sie waren auch als Paar anders als die in Athen herrschenden Götter. BTW: Mathe, Physik, Logik, Technik – interessieren tut´mich ja auch, wie du damit klar kommst. Sull’argomento cfr. a.C.). Guidone c.s. 16Molteplici sono gli influssi macedoni che soprattutto Taranto accolse trasmettendoli poi ad altri centri della penisola, fra cui Neapolis, come documentano innanzitutto l’architettura e la pittura funeraria, che si richiama a modelli macedoni ed epiroti,31 ma anche le «appliques» di terracotta dorata, destinate ad ornare sarcofagi, con i loro temi dionisiaci che hanno lo stesso registro decorativo dei vasi di Kertsch, e soprattutto la toreutica tarantina.32 Sono ben note le interconnessioni nel IV secolo tra i centri di realizzazione della toreutica di Italia meridionale, soprattutto Taranto, e gli «ateliers» di Macedonia, Tracia ed Ellesponto, principalmente Cizico e Lampsaco, che producevano prevalentemente vasellame d’oro e d’argento:33 il loro itinerario seguiva il percorso dell’antica «via reale» tra Asia ed Europa (iniziata da Dario nel 513 e terminata sotto Serse, migliorata nel 492 a.C.), che in seguito sarà ripreso dalla «via Egnazia».34 Emblematico è il celebre rhytòn a testa di ariete, da Taranto, al Museo di Trieste,35 riconducibile al gruppo di rhytà diffusi nella regione del Ponto Eusino, specialmente in Tracia, che sarebbero stati realizzati in un centro greco situato sulla costa meridionale del Mar Nero ovvero nelle colonie ioniche situate sul Bosforo.36. 43 Nelle tombe macedoni l’uso funerario del cratere metallico evocava un ideale di lusso e di piacere che nella sua emulazione delle divinità banchettanti suggeriva la possibilità di un’immortalità eroica. 12. Eine Gegenüberstellung, in Thetis, 4, 1997, p. 85-94. Herzlich Willkommen! Mele 2007. Lucia A. Scatozza Höricht, « Dioniso e Arianna in un ipogeo dei Cristallini: la religiosità dionisiaca dei chariestatoi di Neapolis », Mélanges de l'École française de Rome - Antiquité [En ligne], 130-2 | 2018, mis en ligne le 03 septembre 2019, consulté le 18 novembre 2020. Formigli – Heilmeyer 1990 = E. Formigli, W.D. Portale 2010, p. 222, nota 2. ; Mugione 2000; Isler Kerenyi 2011; Pontrandolfo 2011), mentre perplessità esprime L. Cerchiai (Cerchiai 2011, p. 504-506). 2-3; Vecchio 1985, p. 288-289. Dass Theseus Ariadne im Athener Mythos auf Naxos zurücklassen muss, könnte vielleicht ein Zugeständnis der Athener an die Kultur aus Kreta sein. Giampaola – Febbraro 2012 = D. Giampaola, S. Febbraro, Neapolis. Dionysos and ancient polytheism, Berlino-Boston, 2011. Cassola 1985, p. 54-55; Giangiulio c.d.s. I, fig. 0000004568 00000 n D’Henry 1985 = G. D’Henry, Frignano Piccolo, in Napoli antica 1985, p. 329-330. ARIANNA, TESEO, DIONISO Fu grazie ad Arianna che Teseo poté uscire dal labirinto dopo aver ucciso il Minotauro. Guzzo 2014 = P. Guzzo, Oreficerie dell’Italia antica, Rossano, 2014. Contaminazioni iconografiche su un’anfora attica a figure nere dai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, in Sacrum facere. Borriello et al. Elia 1932 = O. Elia, L’ipogeo di Caivano, in MonAnt, 34, 1932, col. 422-492. Jiménez San Cristóbal 2007 = A. Jiménez San Cristóbal, Un iniziato sotto un tumulo di Cuma?, in ZPE, 161, 2007, p. 105-114. Sulle pareti laterali della stessa camera funeraria, nell’arco sormontante la cornice, sono descritti «due grandi medaglioni a cerchi concentrici rosso, azzurro e giallo, nel mezzo dei quali doveva stare una figura ora svanita»; ai lati erano dipinte maschere comiche.48. di Persefone (in realtà di Nikepolé di Fere, una delle spose di Filippo II, morta giovane nel 352 a.C.) e la straordinaria decorazione pittorica della spalliera del trono su cui era deposta l’urna di marmo con le ceneri della regina e sacerdotessa Euridice, madre di Filippo II, con raffigurazione di Ades e Persefone su carro, nella necropoli reale di Verghina. 12Mancano puntuali confronti con oggetti analoghi della toreutica, che recano normalmente la decorazione all’interno della coppa.20. II, fig. Ariadne wird in diesem Mythos aus Athen als Königstochter beschrieben – die Kreta verlassen will und mit Theseus nach Athen gehen will. a.C.), Entella in Sicilia (III sec. Fig. τους δις επτα νεανιας και παρθενους απαιτει και λαμβανει... ο δ'ουν Αιγευς δια την υπερβολην της λυπης ετελευτησε Lepore 1985 = E. Lepore, La città romana, in Napoli antica 1985, p. 109-122. Les cadres « privés » et « publics » de la religion grecque antique, actes du colloque du CIERGA (Fribourg, 8-10 septembre 2003), Liegi, 2005 (Kernos, Supplément, 15) p. 191-202. Posamentir 2011 = R. Posamentir, The polychrome grave stelai from the early Hellenistic necropolis, Austin, 2011. D’Agostino – Giampaola 2005 = B. D’Agostino, D. Giampaola Osservazioni storiche e archeologiche sulla fondazione di Neapolis, in W.V. Carpenter, Dionysos and the blessed on Apulian red-figured vases, in Dionysos 2011, p. 253-261. Nel frattempo Arianna, svegliatasi, fu presa da grande sconforto. Oh, torna indietro, mio dio sconosciuto! Baldassarre 1998, p. 138 s., cui si rimanda. «tesoro di S. Eufemia» ovvero da Lamezia Terme (London, British Museum), databile al primo trentennio del III sec. Guzzo – Vassallo 2007-2008 = P. Guzzo, S. Vassallo, Oreficerie da Montagna dei Cavalli/Ippana (Prizzi, Palermo), in RIA, 30-31, 2007-2008, p. 33-52. È interessante notare come entrambe le figure presentino la riduzione di larghezza ed opulenza tipiche delle precedenti opere tardo a carattere storico/mitologico del Pittoni raggiungendo una nuova delicata grazia[2] «con un senso plastico e lineare davvero insolito per l'arte veneziana e collaudato al banco di una continua esperienza disegnativa.»[8]. in particolare la loutrophoros apula a figure rosse da Ruvo di Puglia (Napoli, Museo archeologico nazionale, 82265), databile al 350-340 a.C., dove sono raffigurati Dioniso ed Arianna a banchetto accanto ad una trapeza sulla quale è poggiata una kylix d’argento (qui fig.
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