Altri studi di taglio linguistico esaminano scritture prive di intenti artistico-letterari, di secoli e domini vari (e di ambo i sessi), muovendo proprio da una perizia basata sulla disamina di tratti come il ductus, l’adozione di abbreviazioni (e di simboli tecnici indicanti monete o unità di misura), l’impiego di punteggiatura, l’uso integrale o parziale della lingua latina: basti pensare, per rimanere nell’epoca e nel dominio areale che si intende affrontare in questa sede, al volume del 1999 di Maurizio Trifone che, avvalendosi di tali parametri, traccia un quadro storico-linguistico della società romana nel secondo Quattrocento e nel primo Cinquecento attraverso documenti inediti prodotti tra il 1454 e il 1548 (con un addensamento di testimonianze tra il 1490 e il 1499) da circa 350 scriventi di diversa estrazione sociale originari per lo più di Roma6. Con soluzioni ad hoc per il residenziale, gli immobili corporate, le superfici commerciali. III, p. 791-824, a p. 801-803 e nello specifico la bibliografia citata a p. 801 n. 39. , Torino, Einaudi, 1966-1969 [si citano i paragrafi; ed. 127 Vd. oltre a p. 127); GF20,10; in posizione postonica, Le sorde etimologiche si mantengono nel già citato, AM24,1; AM25,1; AM27,1; lenita invece la dentale in, ), mentre a probabile influsso del castigliano bisogna pensare per l’hapax, AM25,1 (sempre sorda, infatti, la consonante in, GF18,4) e, forse con valenza non soltanto grafica, per la presenza di, In giuntura fonosintattica, ancora nella Farnese, si ha, ‘fin mo; fino adesso’ GF19,6; assimilazione alla laterale seguente anche in, Sembra assente anche un altro tratto ben radicato nei domini centromeridionali come l’affricazione della sibilante dopo, GF19,8 (mancano esempi con la laterale), ma si veda la falsa ricostruzione, GF19,52: per gli aspetti grafici vd. 47 Per la forma nel romanesco coevo e nelle varietà toscane occidentali e di transizione vd. , Roma, Istituto Nazionale di Studi romani - Bulzoni, 1993, p. 9-40; P. Trifone, «La svolta del romanesco tra Quattro e Cinquecento». 66 Cf. Delle aree linguistiche italiane che si affacciano, sull’Adriatico, le sole a non presentare dittongazione discendente sono il Ve-, Tali frangimenti vocalici di orientamento pugliese (cf. L. Serianni, Introduzione alla lingua poetica italiana, Roma, Carocci, 2001, p. 16. Schmitt, Tübingen, Niemeyer, 1995, p. 151-169, in partic. 75 Sulla difficoltà di interpretazione di simili forme si sofferma Trifone, Le carte di Battista Frangipane, p. 144 (e per il quadro delle occorrenze in relazione alla legge Tobler-Mussafia p. 210 e relativa bibliografia, di cui vd. Scrittura epistolare al femminile tra Quattro e Cinquecento, Roma, Bulzoni, 1993 (e, anche, Ead., L’arte della lettera. oltre a p. 134 n. 2). , Perugia, Università degli Studi, Facoltà di Lettere e Filosofia, 1985, p. 461-536, a p. 523). Preterea M.o || Rmo mio fratello148 ma_scrita una l(ette)ra ne la quale mavisa le face(n)de | aveva da_far(e) con V. S. eser(e) im_bon_porto (et) quasi espedite inpetialita | la legation(e) ch(e) de_quasi espedita dele qual cose o_pilgliato tancto piacer(e) et | consolation(e) qua(n)to se quella denovo lavesse facto cardinale, p(er) ch(e) sapiva | qua(n) to disiderio naviva sua Rma S. (et) p(er) ch(e) V. S. po_eser(e) certissima apresso || de saper(e) quella star(e) ben(e), ch(e) questo supera ongn(e) mio piacer(e) no(n) posso intender(e) | cosa me sia piu grata ch(e) intender(e) sua S. stia contencta; del ch(e) baso umi|lmente lipiedi de V. S. acomula(n)do questi coli_altri infiniti benifitii re | ceputi da quella prega(n)do dio la retrebuischa p(er) me in_dargli vita longa (et) | con filicissimo stato secu(n)do el suo desiderio p(er) ch(e) io nollo posso retrebuir(e) || daltro ch(e) duna sincera (et) fidelissima fe la quale finch(e) lo spirito rengn(e)|ra in queste miser(e) membra sempr(e) stara vigila(n) te in far cosa gli sia | grata como lespirientia del tucto lo certificara(n)do149 (et) p(er) no(n) tediarlo no(n) saro | piu longa se no recoma(n)darm(e) ad quella con tuctol core. Poi una decina di milioni dai fondi europei, i primi 500mia euro nel 2006. 8 Un primissimo panorama bibliografico sui processi di acculturazione delle donne, con specifico riferimento alla divergenza tra sessi, è disponibile in Fresu, «Il gender nella storia linguistica italiana (1988-2008)», p. 101 n. 54. (fig. Conduce un programma su Radio24, La versione di Oscar. p. 102-103 e la bibliografia ivi indicata in n. 139. Sostenute in gran parte dalla tradizione umanistica (e talvolta coincidenti con gli usi umanistici di matrice ispanica), si rinvengono numerose grafie latineggianti (o pseudo-latineggianti) tra cui, principalmente: AM13 (2) concentrati in pochi righi ravvicinati della medesima lettera, oltre all’isolato, AM27,8, già citato; sono pseudo-latineggianti i tipi, GF18,4; ed ancora, in Adriana, risalgono al latino (anche medievale). 28 L’interferenza iberica nelle minute di Alessandro VI, anche in relazione alla questione delle origini della teoria cortigiana, è discussa in Gasca Queirazza, Gli scritti autografi di Alessandro VI, p. 35-41, e ripresa, con puntualizzazioni che ne correggono in parte rilievi e risultati, da Lore Terracini nella sua recensione al contributo di Gasca Queirazza, apparsa su Archivio Glottologico Italiano, XLIV/2, 1959, p. 186-191 (ma sulle lettere del Borgia vd. parte I, p. 230-231). a p. 161-162, e, ora, le sintesi aggiornate offerte in P. D’Achille, «Il Lazio», I dialetti italiani: storia, struttura, uso, a cura di M. Cortelazzo, C. Marcato, N. De Blasi e G. P. Clivio, Torino, Utet, 2002, p. 515-567, in partic. 171 Così propone di sciogliere Pastor, Storia dei papi, p. 491. 22 Cf. Dans cet article nous mettons en evidence la diversite et les particularites des structures syllabiques des parlers d'Ischia et Pozzuoli, comparees a celles de l'italien standard, en particulier la frequence de syllabes lourdes et super-lourdes. inoltre gli articoli contenuti nella III sezione (Donne e scrittura), nel volume Scrivere il volgare fra Medioevo e Rinascimento, Atti del Convegno di Studi, Siena, 14-15 maggio 2008, a cura di N. Cannata e M. A. Grignani, Pisa, Pacini, 2009, p. 123-181 (con approfondimenti specifici su Isabella Morra e Vittoria Colonna); e, ancora, panoramiche generali, come ad es. , vol. 18 e. superficie delle due consonanti in posizione pre-schwa, cf. del vocalismo, vedremo le ragioni di quanto sostenuto (cf. Si evidenzia quindi la contraddizione di. infra). 31 Riguardo al graduale passaggio da una lingua padana due-trecentesca alla stabilizzazione di un modello sovraregionale che confluisce verso il toscano rimangono fondamentali le ricognizioni sui testi lombardi condotte da Ghino Ghinassi, ora raccolte nel volume sul volgare mantovano curato da P. Bongrani, Dal Belcalzer al Castiglione. 61 Qui anche guiello ‘gioiello’GF18,11, già ricordato, se si accoglie l’ipotesi del tramite del fr. Sulla casata dei Gonzaga, in generale, vd. Tale neutralizzazione del contrasto di lunghezza tra [, /e o/ originarie attraverso la dittongazione discendente che non dipende dalla, struttura sillabica a Ischia e Pozzuoli, giacche, La restrizione dei dittonghi ascendenti alla sillaba aperta nel toscano e, tamente successiva alla formazione del dittongo, come sostenuto dallo stesso, Schürr. 7. y; DCECH s. v. y avv. Rohlfs, Grammatica storica, § 142; B. Migliorini, Storia della lingua italiana, Firenze, Sansoni, 1960, p. 285). I., p. 383-423, in partic. Utile poi la monografia di H. Sanson, Donne, precettistica e lingua nell’Italia del Cinquecento. applicano le modificazioni dovute al frangimento vocalico in sillaba aperta, ma come visto, anche in sillaba chiusa. manzo delle vocali toniche rispetto ai processi sensibili alla struttura sillabica, sia nel loro sviluppo diacronico che nelle rispettive grammatiche sincroniche. “La mission dell’Università è ricercare e trasmettere conoscenza, ma quella esperienza restituì immediatamente la possibilità della traduzione in un business, in un’impresa”, dice Di Trapani. 118 Diverse attestazioni nel corpus dell’OVI [stracc *] a partire dal 1336-1338 nel Filocolo di G. Boccaccio (secondo GDLI s. v. stracco1 da a. e arag. Di rilievo anche l’impiego, nella Farnese, del participio assoluto latino, ‘considerato, tenuto conto di’ GF19,5, il cui uso appare documentato, . L’impresa c’è, a 17 anni dalla prima intuizione è arrivata verso la fine dello sviluppo di tecnologie e prodotti. Most of the dialects investigated present sensitivity to quantity, though parametric variation is quite strong. A un romanesco “di tipo medio” già accenna U. Vignuzzi. di vocali tese e frangimenti vocalici (cf. Saggio di storia linguistica e culturale, Bologna, Zanichelli, 1981, a p. 154-156. REW 3035 * expavĕntāre. Palermo, Il carteggio Vaianese, p. 63; Mattesini, «Scrittura femminile e riscrittura notarile nella Perugia del Quattrocento», p. 112; Trifone, Le carte di Battista Frangipane, p. 107 e i riscontri del fenomeno in area laziale indicati nel glossario s. v. (à) uto [p. 452]. e cat. 21 Notizie indirette sulla figura di Adriana si recuperano in Bellonci, Lucrezia Borgia, p. 36-37; Chastenet, Lucrezia Borgia, p. 25-26 e p. 37; Zapperi, «Farnese, Giulia», p. 99; Spinosa, La saga dei Borgia, p. 120-121 e p. 133. Le indagini sull’istruzione degli strati medio-bassi restituiscono un panorama piuttosto definito delle modalità di apprendimento, specialmente di quelle realizzate mediante il canale «ufficiale» della scuola. seguito da indicativo ‘dato che, tenuto conto che’dal 1432, R. Albizzi. Quest’operazione, ha notevolmente ridotto il numero di stringhe interpausali utilizzabili dal, Le nostre misurazioni ritmiche sono state effettuate su un locutore ischi-, Abbiamo applicato su tali stringhe gli indici acustici di Grabe. Fresu, «Alla ricerca delle varietà “intermedie”», p. 54 n. 58 cui rinvio per i riscontri grosso modo coevi. Russo 2001; ead. §§ 2.1, 2.2). 71 Cf. Trifone, Roma e il Lazio, p. 22; Fresu, «Alla ricerca delle varietà “intermedie”», p. 55 n. 71. Prolongement idéal de l’étude menée par le même auteur en 2004 sur la langue de la correspondance adressée au pape par Lucrezia Borgia et sa mère Vannozza Cattanei, l’article vise principalement à fournir un nouvel élément utile à la reconstruction de la variété de la langue écrite utilisée par les femmes entre les XVe et XVIe siècles; mais il représente également une occasion d’amorcer une réflexion plus ample sur l’acquisition des modèles de référence et sur la pratique de l’écriture par les membres féminins de la cour pontificale romaine à la fin du XVe siècle. Per Giulia e Adriana il contesto situazionale appare tutto sommato piuttosto omogeneo a quello delineato per la figlia del Borgia e per sua madre: due giovanissime nobili, pressoché coetanee (Lucrezia e Giulia), e due dame di precedente generazione25, anch’esse grosso modo della stessa età (Vannozza e Adriana), tutte gravitanti intorno alla corte romana – ma con percorsi formativi distinti (come si osserva anche oltre) – intrattengono una corrispondenza epistolare socioculturalmente asimmetrica con un destinatario con il quale hanno rapporti intimi e/o di parentela (e in cui la subordinazione di genere si potenzia in relazione al ruolo sociale e istituzionale dell’interlocutore). Un ibridismo linguistico analogo a quello rintracciabile nelle lettere di Caterina Gonzaga viene registrato da T. Matarrese, «Ferrarese e napoletano nelle lettere di Eleonora d’Aragona», Lingue e culture dell’Italia meridionale (1200-1600), a cura di P. Trovato, Roma, Bonacci, 1993, p. 203-208 negli autografi inviati nel 1477 da Eleonora d’Aragona al marito, sebbene in questo caso la divaricazione tra le varietà cortigiane (ferrarese e napoletano) appaia più accentuata per la maggiore distanza (ovviamente non solo geografica) dei due domini areali. Raccogliamo qui di seguito la documentazione disponi-. rent», ib., 275), vale a dire la cosiddetta metafonia con, ] generalizzate a tutti i contesti e differenziate da, nia centrale avesse agito un processo di «isocronia sillabica», secondo, salentino con dittongo discendente in sillaba chiusa persino, segnala inoltre il carattere recenziore della, presentasse neutralizzazione del contrasto di lunghezza, da cui l’equi-, nell’italiano centro-meridionale dell’ovest, nel quale il, il dittongamento discendente anche in sil-, nia e inclusione di Ischia e Pozzuoli ad ovest nella zona non assoggettata, avuta questa dittongazione discendente e del perche, asimmetrica che ha trasformato, per neutra-, protoromanzo /e o/, risultato diacronico que-, noto, neanche ai dittonghi cosiddetti «metafonetici», i quali occorrono, ], cf. Chastenet, Lucrezia Borgia, p. 84); pare dunque improbabile che appena due giorni dopo Giulia potesse scrivere al pontefice una lettera da Gradoli con tali contenuti. 2002a), cf. il commento alla voce di Max Pfister in LEI, I, 692-693 s. v. ad ipsum (tempus), ad ipsam (horam). I locutori tedeschi o bulgari non hanno mai raggiunto il 50, Barry 2004b per l’italiano regionale di Bari, Pisa e Napoli sono rappresentati, I calcoli relativi al locutore ischitano sono gia, rispetto a quanto illustrato dalla tabella, vale a dire e, consonantica degli italiani regionali di Bari, Pisa e Napoli e non offre un sup-. In particular, the well-known contrast between tensing and laxing is related here to a possible association of charm properties with nuclear positions. Vd. ), ternational Phonetic Association 12 (1982), 58, Proceedings of the 11th International Congress of Phonetic Sciences, demy of Sciences of the Estonian S.S.R., 1987, vol. Rimasta presto vedova, si adopera affinché il figlio, Orsino Orsini, si unisca in matrimonio con Giulia Farnese. Fig. Le lingue che posseggono strutture sillabiche com-, rappresenta il numero di intervalli (in questo caso vocali) in un enunciato, (PVI) normalizzato non corregge le oscillazioni del tempo arti-, di controllare attraverso questi correlati ritmici il tempo di elocu-, una funzione della durata fonica e sillabica, dato che sul, ). On peut s'interroger ensuite sur la rentabilité stylistique de ces particularités, notamment en précisant leur(s) fonction(s) dans les textes étudiés, mais aussi en les comparant à certaines de leurs traductions. because of its notorious compliance with the principle of SI [sc. I-XVIII 5027. Abbiamo gia, Maddalon (1991, 348s.) 107 Sul retro della lettera Al mio unicho signore anche in GF19. La Roma, trale, come abbiamo detto in apertura al § 1.1, inclu, nali dell’Est e per l’appunto la fascia adriatica e la Puglia settentrionale con, distinzione degli esiti dittonganti sensibile alla struttura sillabica, cioe, sillaba aperta e implicata, da cui discende l’eliminazione dei dittonghi discen-, denti in sillaba chiusa sulla fascia adriatica. la bibliografia indicata in Palermo, Il carteggio Vaianese, p. 55 n. 45). asimmetrica e la dittongazione discendente in sillaba chiusa. 14 ASV, Archivum Arcis, Arm. 2002b; Barry, Anche i dialetti campani di Ischia e Pozzuoli (in provincia di Napoli) parte-, cipano agli orientamenti pugliesi (baresi, in particolare). 2004; Barry et al. Io o parlato con mo(n). 3], p. 93-132 (sulla figura della Benincasa, con specifico riferimento alla pratica epistolare, vd. ischitane notevolmente lontano dal polo dell’isocronia sillabica. Sulla costituzione delle koinai e sui rapporti tra quelle settentrionali e centro-meridionali vd. Nel 1472 sposa, per volere del Borgia, di cui è fidatissima confidente, Cosimo Ludovico Orsini (figlio di Gentile Migliorati e Elena Orsini), signore del piccolo feudo di Bassanello, presso Viterbo. An icon used to represent a menu that can be toggled by interacting with this icon. § 2, p. 208-209. 123 Cf. cale breve + semivocale (dittongo) = vocale breve + consonante (Stehl 1988, 704). 4 Considerazioni ribadite dalla studiosa anche nel suo «In corso di stampa . sul piano diacronico contravviene a un principio basilare dell’isocronia: noto che in italiano funziona una regola allofonica di allungamento vocalico, rende il sistema quantitativo asimmetrico col risultato, la misura delle ragioni di questa «anomalia», e, la constatazione di avere in posizione tonica la generaliz-, essere legate all’isocronia sillabica, tendono invece all’isocronia accen-, che nel vocalismo ischitano riscontriamo il fenomeno. ] 40 Largamente attestato nei documenti medievali spogliati da Bianconi, «Ricerche sui dialetti d’Orvieto e Viterbo nel Medioevo», p. 86. Ma tale effetto sarebbe ora comunque diventato dubbio, stando a uno studio recente di Noske (2007), secondo cui l’alto tedesco in origine, era una lingua isosillabica e non isoaccentuale, senza quindi il cosiddetto accento, espiratorio che nelle origini avrebbe favorito la dittongazione; ovvero senza l’accento, che pone la parola (e non la sillaba) quale unita, lingue a tendenza isoaccentuale. A tali motivazioni ritmiche (la presenza di sillabe superpesanti, a livello soggiacente) se ne aggiunge almeno un’altra precipua: la presenza di, teristiche, a cui si accompagna la centralizzazione vocalica delle atone preto-, niche e postoniche, risulta che alcune sillabe sono piu, altre proprio come nelle lingue isoaccentuali. sono dovuti ad assimilazione metafonetica, cioe, tonica alle atone finali alte (/i u/), come vuole la vulgata romanista e italia-, nista, secondo l’ipotesi instaurata in particolare da Schürr, rente della dittongazione metafonetica come sviluppo spontaneo e non condi-. 43 Per il quale vd. omogenei alle nostre lettere sia arealmente sia per genere testuale, sebbene posteriori di qualche decennio, sono rintracciabili nel contributo di M. Palermo. Solo successi-, vamente sulla fascia adriatica sarebbe sorta una differenziazione degli esiti in, sillaba aperta e chiusa, da cui la dittongazione discendente in sillaba aperta, sul versante orientale, ad esempio nella Puglia settentrionale e l’assenza di, processo diacronico dell’isocronia sillabica non e, di Ischia e Pozzuoli conservano l’allungamento vocalico generalizzato senza, laba chiusa. la bibliografia indicata in Palermo, Il carteggio Vaianese, p. 87 n. 132), vitale ancora oggi nelle parlate della Tuscia (cf. figg. Alla loro vitalità avrà concorso l’appartenenza, tranne in qualche caso (ad esempio gli imperfetti analogici pariva, sapiva, voliva), tanto al dominio alto-laziale (di cui la giovane era originaria) quanto al romanesco. A sbiadire la coloritura locale contribuisce anche l’incertezza registrata fino al tardo Medioevo per la zona della Tuscia sulla presenza di tratti specificatamente mediani, fortemente mescolati con quelli di tipo toscano (soprattutto senese per l’orvietano) e sensibilmente influenzati appunto dalla varietà romana, specialmente nel viterbese27. Avendo presente un quadro di tal genere per la fase di transizione, tutto, Ischia e Pozzuoli, sia per quanto riguarda la, trica, sia per quanto riguarda la dittongazione discendente correlata per certo, all’allungamento e considerata finora «anomala» perche, a dire con l’assenza del passaggio di /e o/ a [, chiaramente, accanto alla dittongazione discendente in sillaba chiusa, che in, sima neutralizzzazione del contrasto di lunghezza vocalica (tra [, che nella fase di transizione ha generalizzato le vocali lunghe in tutti i contesti, e da cui si sono ottenuti i dittonghi discendenti, correlati alla lunghezza voca-, La tesi dell’allungamento delle vocali risale gia, suppone un allungamento soltanto in sillaba aperta e non per /. 7): [u]) nelle medesime condizioni. HomeNumeri in linea28Educazione linguistica e livelli ... Cet article propose une première édition de lettres manuscrites écrites en 1494 par Giulia Farnese et sa belle-mère Adriana Orsini Mila et adressées au pape Alexandre VI (Rodrigo Borgia), ainsi qu’une analyse linguistique concernant les principaux aspects graphique, phonétique, morphologique et lexical. D. V. S. indengna s(er) va (et) schiava, [GF ff. 126 Cf. p. 608-609 e p. 628-630, e Id., «Marche, Umbrien, Lazio», p. 153-154 e p. 162-163); G. Breschi, «Le Marche», L’italiano nelle regioni, p. 462-506 (con testi analizzati in Id., «Le Marche», L’italiano nelle regioni. Fresu, «Alla ricerca delle varietà “intermedie”», p. 53). soprattutto Bertinetto 1981 di cui si discute al § 2. piano puramente sincronico, quest’assunto fa riferimento a una particolarita, della fonologia dell’italiano, vale a dire al fatto che in italiano standard una, nucleare, consonantico o vocalico (una semivocale nel caso del dittongo di-, scendente): Marotta 1988; Russo 1997; ead. A un romanesco “di tipo medio” già accenna U. Vignuzzi, Il Glossario latino-sabino di Ser Iacopo Ursello da Roccantina, Università per Stranieri, Perugia 1984, p. 23-25 con un’applicazione posteriore ai trattati di S. Francesca Romana. tab. C. Merlo, «Gli italiani “amano”, “dicono” e gli odierni dialetti umbro-romaneschi», Studi Romanzi, 6, 1909, p. 69-83, a p. 81 (ripreso anche in C. Merlo, Fonologia del dialetto di Sora, Pisa, Mariotti, 1920, p. 128 [cito dalla rist. 2007, Nuns. Preterea M. ma_scrita una l(ette)ra ne la quale mavisa le face(n)de | aveva da_far(e) con V. S. eser(e) im_bon_porto (et) quasi espedite inpetialita | la legation(e) ch(e) de_quasi espedita dele qual cose o_pilgliato tancto piacer(e) et | consolation(e) qua(n)to se quella denovo lavesse facto cardinale, p(er) ch(e) sapiva | qua(n) to disiderio naviva sua R, S. (et) p(er) ch(e) V. S. po_eser(e) certissima apresso || de saper(e) quella star(e) ben(e), ch(e) questo supera ongn(e) mio piacer(e) no(n) posso intender(e) | cosa me sia piu grata ch(e) intender(e) sua S. stia contencta; del ch(e) baso umi|lmente lipiedi de V. S. acomula(n)do questi coli_altri infiniti benifitii re | ceputi da quella prega(n)do dio la retrebuischa p(er) me in_dargli vita longa (et) | con filicissimo stato secu(n)do el suo desiderio p(er) ch(e) io nollo posso retrebuir(e) || daltro ch(e) duna sincera (et) fidelissima fe la quale finch(e) lo spirito rengn(e)|ra in queste miser(e) membra sempr(e) stara vigila(n) te in far cosa gli sia | grata como lespirientia del tucto lo certificara(n)do, (et) p(er) no(n) tediarlo no(n) saro | piu longa se no recoma(n)darm(e) ad quella con tuctol core. This banner text can have markup.. web; books; video; audio; software; images; Toggle navigation 83 In effetti la situazione è analoga tanto nelle minute di Alessandro VI (cf. 24 Cf. La neutralizzazione dell’op-, posizione di lunghezza dal latino al romanzo con relativa partizione della Ro-, diacronicamente ai processi di isocronia sillabica, che hanno investito vice-, versa maggiormente la fascia orientale, riflettono la neutralizzazione dell’op-, fonologico offre la chiave di lettura per comprendere la. M. Marocchi, I Gonzaga di Castiglione delle Stiviere. Bertinetto 1981). Nel 2002 una piccola mostra a Como, nel 2003 e 2005 al Festival della scienza a Genova. AM24,1; AM27,14. Rohlfs, Grammatica storica, § 280. Ringrazio l’intero staff dell’Archivio Segreto Vaticano e i. Gli scritti autografi di Alessandro VI nel fondo Vaticano «Archivum Arcis». La ricostruzione di come essi avevano percepito la luce. A. D’Agostino, «L’apporto spagnolo, portoghese e catalano», Storia della lingua italiana, vol. , risultano sistematicamente scempie le preposizioni articolate, per lo più davanti a consonante: AM26,1 (unico caso in posizione antevocalica); Sono ancora da notare, poi, l’aggettivo possessivo, AM25,7 (uniche occorrenze nelle lettere delle due donne); ancora una volta, soltanto nella Farnese, l’indefinito, Sulla presenza del sistema tripartito dei dimostrativi nel dominio mediano, Adriana, invece, usa, una sola volta, il dimostrativo, GF18,5; GF18,52; GF19,7; GF19,16 (2); GF20,7; AM27,13, forma ampiamente diffusa nella lingua coeva, e riscontrata anche nelle lettere di Lucrezia e Vannozza (nel nostro caso si può invocare anche la concordanza iberica), Ben rappresentata, ed equamente distribuita tra le due scriventi, l’allotropia, per il dativo di 3a pers., presente già nella lingua letteraria due-trecentesca, e perdurante per tutto il XV secolo: nella Farnese sempre, GF18,17), mentre Adriana impiega soltanto, ‘dettogli’ AM27,2), forma quest’ultima che tende a prevalere nel secolo, specialmente nelle scritture di. dell’imperfetto98: pariva GF18,23; sapiva GF18,43; nevoliva GF19,5; naviva; GF18,44 (ma aveva GF18,41; e haveva AM26,8, come visto, anche nella suocera). G. Holtus, M. Metzeltin, Ch. porto statistico per una quantificazione dell’isocronia verso il polo accentuale. 3Un rammarico condivisibile sul piano generale, per il quale tuttavia possono essere di conforto le indagini di taglio filologico e storico-linguistico che già da tempo, proprio beneficiando dei puntuali rilievi offerti in studi di impostazione paleografica, cercano di delineare il profilo socioculturale degli scriventi – indipendentemente dal genere – rapportandolo in primis alla competenza grafica. Su tale argomento, negli ultimi decenni, si sono moltiplicate iniziative editoriali e ricerche contraddistinte da una inevitabile interdisciplinarità che ha condotto la storia della scrittura (e della cultura scritta) a intersecarsi con quella dell’educazione (femminile, ma non solo) e con la storia delle donne tout court2. 1880 e che era vissuto in Italia dal 1917 al 1920 per il servizio militare. 76 Cf. You can write a book review and share your experiences. Historische und strukturelle Beiträge, Observations sur la chronologie et les dates de quelques modifica-, , in: Emanuela Magno Caldognetto/Paola Beninca, Ipotesi per un lessico del latino medievale pugliese, Die Ausgliederung der romanischen Sprach-, (Bern, Francke, 1950) a cura di Alberto Varvaro, traduzione, Phonologische Studien zur romanischen Sprachgeschichte, Per una riconsiderazione generale del vocalismo cisalpino: l’ab-, Cambiamento di lingua o cambiamento di sistema? coevi alle lettere e per i rapporti con i Borgia e p. 482-485 per notizie sul ramo minore di Castiglione delle Stiviere; vd. [p. 213]; nel romanesco la forma è assai vitale nei poeti eroicomici (G. C. Peresio, G. Berneri, B. Micheli) e oltre (G. G. Belli, L. Zanazzo): (nelle aggiunte e postille di U. Rolandi anche, s. v., con partic. II, 2, Die einzelnen romanischen Sprachen und Sprachgebiete vom Mittelalter bis zur Renaissance, Hrsgg. oltre a p. 135; anche su senza GF18,4 vs sensa AM27,4 e come(n)samo GF18,32 e come(n)sano GF18,14 vd. Peral-, tro, come visto, i dittonghi cosiddetti «metafonetici» di Ischia e Pozzuoli, hanno una durata uguale in sillaba chiusa a quelli discendenti e appaiono, mostrano quindi con l’allungamento e l’accentazione una tipologia discen-, dente che trova riscontri anche sul piano diacronico persino nel napoletano. 1: Metafonia di chiusura e dittongazione spontanea (discendente) a Ischia (Na-, dappertutto in Italia, ad eccezione della Toscana. GF18,1; GF19,1; AM24,1; AM24,5; AM25,1; AM26,1; AM26,20 e passim; da-SSJ-si mantiene l’elemento semivocalico in, GF18,30; e ancora esito sibilante da-NTJ-in, GF18,4; GF18,12), come anche, da-N(I)TJ-, nei già visti. Metafonia opaca e differenziazione vocalica nei dialetti della Cam-, I dittonghi del puteolano e la fonologia non lineare, La metafonia napoletana: evoluzione e funzionamento sincronico, Interaction between Segmental Structure and, The distribution of superheavy syllables in Sou-, Spontane Diphthongierung und Silbenstruktur, , comunicazione presentata al XXX. Con le banche è stato più complesso. Il legame amoroso tra i due, iniziato, secondo le ricostruzioni storiche, già nel 1489, pochi mesi dopo le nozze tra Giulia, quindicenne, e Orsino (quando Rodrigo era ancora cardinale) – e più in generale la posizione privilegiata della giovane Farnese nella corte romana – hanno contribuito certamente a creare interesse intorno a questa figura femminile, per la quale quindi disponiamo di una buona messe di indicazioni20. TLIO s. v. fede (e anche le numerose occorrenze nel corpus dell’OVI [fe *]); e ancora DEEH s. v. fe e 270 fĭdes; DCECH s. v. fe; DCVB V s. v. fe1; DELCat III s. v. fe. 2002a) il risultato della cosiddetta metafonia siano, ] (cf.
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